Insomma gli utenti pur recandosi in sede non starebbero trovando nessuno ad accogliere pratiche la cui presentazione però può avvenire entro il 31 marzo. Un termine improrogabile. E allora si coglie quanto la vicenda della mancata proroga della cassa integrazione stia andando a incidere pesantemente su servizi destinati ai cittadini e che comunque portano soldi nelle casse provinciali.
Ma la questione della Santa Teresa potrebbe comunque essere vicina a una svolta, nonostante il ritardo che parte dalla Regione in merito alla prassi burocratica da applicare. In questo senso slitta ancora una volta l’incontro tra Regione e Ministero del Lavoro che si sarebbe dovuto tenere la scorsa settimana, già rinviato a oggi e ulteriormente spostato alla prossima settimana, lunedì 12 marzo. La riunione prevede la presenza del direttore generale per gli ammortizzatori sociali del Ministero del Lavoro Ugo Menziani. Un momento che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe essere cruciale e del quale si è già parlato a Bari, pochi giorni addietro, a margine del sit-in di protesta organizzato dinnanzi alla presidenza della Regione dai lavoratori stessi e dal sindacato Cobas. La manifestazione ha sortito un effetto: la delegazione brindisina è stata ricevuta dal capo di gabinetto Claudio Stefanazzi alla presenza del consigliere regionale Mauro Vizzino.
L’occasione è stata utile affinché i dipendenti della partecipata potessero parlare in prima persona con il dirigente regionale.
In una nota i Cobas hanno sostenuto di aver “chiesto alla Regione di poter ricevere una risposta definitiva in relazione alla mancata approvazione da parte del Ministero del Lavoro alla proroga della cassa integrazione in deroga”. La rivendicazione però è ancora più netta nella richiesta di “poter tornare a lavoro attraverso i finanziamenti statali alle Province che se pure esigui – dicono i Cobas – tardano ancora ad arrivare”. Stefanazzi naturalmente ha fatto riferimento all’appuntamento romano che vedrà la partecipazione, evidentemente funzionale, del professore universitario in Diritto del Lavoro Vito Pinto che avrebbe formulato una perizia “nella quale si afferma la necessità dopo tanto tempo di avere una risposta scritta dal Ministero”.