Il cecchino ha sparato a una Stilo nera: ritrovata l’auto, dubbi sul proprietario

Il cecchino ha sparato a una Stilo nera: ritrovata l’auto, dubbi sul proprietario
di Salvatore MORELLI
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Lunedì 16 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:01

È una Fiat Stilo Abarth di colore nero la misteriosa auto che venerdì scorso sarebbe stata bersaglio di un “pistolero” in viale Leonardo da Vinci, al quartiere Sant’Elia. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile l’hanno rinvenuta per le strade del quartiere Perrino con uno foro ben visibile sullo sportello anteriore destro: l’unico proiettile andato a segno.
Nessun nome (al momento) sul proprietario e su tutti gli altri aspetti che potrebbero interessare il coinvolgimento di quell’auto, un modello che presenta un motore da 2400 centimetri cubici, 20 valvole e 170 cavalli, nemmeno tanto comune per le strade della nostra città. L’autovettura è stata sottoposta a sequestro in attesa degli accertamenti tecnici.
Quel pomeriggio, intorno alle 14.30, il “cecchino” appostato sulla collinetta dietro una cabina elettrica aveva fatto fuoco più volte contro quell’auto in corsa, ma la pistola, una calibro 9, dopo aver lasciato partire una serie di colpi a ripetizione si era inceppata.
Tre i bossoli recuperati dai militari sul posto, insieme a un proiettile intero, un munizionamento finito in mano a esperto balistico che ora sta effettuando una comparazione su altri bossoli dello stesso calibro rinvenuti sul luogo della gambizzazione del 29enne Christian Ferri, avvenuta la notte tra il 3 e il 4 ottobre sotto il cavalcavia che dal quartiere Sant’Elia immette sulla statale per Lecce e Bari.
Intanto, proprio il recupero dell’auto attesa al varco - di sicuro ben conosciuta dal “pistolero” - mette in mano agli investigatori nuovi elementi per cercare di fare chiarezza su una “scia di fuoco” che ha già prodotto tre agguati in meno di due settimane. Quattro, comunque, gli episodi avvenuti tra i quartieri Sant’Elia e Sant’Angelo se si aggiunge anche la pioggia di colpi esplosi contro un condominio nei pressi di piazza Raffaello nella notte tra il 12 e il 13 settembre.
Un puzzle che viene man mano ricostruito, insieme ad altri dettagli finiti in mano alle forze dell’ordine, come i vari proiettili recuperati sul luogo degli agguati: due le pistole che fecero fuoco sul luogo del ferimento di Ferri e in attesa del riscontro sugli abiti prelevati a quest’ultimo e sottoposti a una verifica della polvere da sparo. Non mancano poi una serie di aspetti che hanno messo non poca paura a chi involontariamente ha assistito alla gambizzazione del 1 ottobre contro il 24enne Stefano Borromeo: in via Sant’Angelo era una domenica sera quando un’auto fece fuoco contro il giovane, soccorso poi da alcune persone che erano presenti da quelle parti.
Non di meno, chi ha sparato contro la Fiat Stilo Abarth lo ha fatto senza alcun indugio: ha agito in pieno giorno, in un luogo dove il traffico e di solito molto concentrato e in un’area dove si affacciano diverse palazzine. L’intento per il “cecchino” nascosto sulla collinetta era quello di arrivare al bersaglio, forse solo per spaventare chi era alla guida, non pensando che quella “scia di fuoco” poteva finire altrove: oltre lo sportello sforacchiato, un motorino, un passante.
Inoltre, come faceva il “pistolero” a sapere che quell’auto, ben nota a chi la attendeva, avrebbe percorso quel tratto di via Dalbono intorno alle 14.30? Il misterioso guidatore andava forse a un appuntamento e quindi attirato sul luogo dell’agguato? Nulla di certo c’è in queste due domande, ma chi investiga, dopo aver scovato al quartiere Perrino l’auto in fuga quel giorno, potrebbe presto chiudere il cerchio su una serie di episodi che potrebbero avere in comune molte cose.

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