In coda per pagare Imu e Tasi: 6 su dieci hanno la seconda casa

In coda per pagare Imu e Tasi: 6 su dieci hanno la seconda casa
di Mino PICA
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Martedì 12 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:33
Meno di una settimana per il versamento della seconda rata dell’Imu e della Tasi 2017, per i proprietari di “seconde case”. Quasi centomila le abitazioni coinvolte nel solo territorio brindisino, per un importo totale che sfiora i 50 milioni di euro di imposte. Sono esattamente 92.582 le cosiddette seconde case nella provincia di Brindisi, secondo i dati del dipartimento delle Finanze. Abitazioni e proprietà queste che non sono considerate “principali”, e quindi attualmente esenti dalla tassa introdotta nel 2011, che ingloba la vecchia Ici e l’Irpef. Il termine ultimo per il pagamento della seconda rata è slittato al 18 dicembre, posticipato di 48 ore dal termine stabilito per legge del 16 dicembre, data non lavorativa. 
Complessivamente nella provincia di Brindisi le abitazioni sono 226.915, e di queste il 59,2% sono considerate come abitazioni principali, ovvero poco meno di 150 mila. Una incidenza, quella del 59,2%, assolutamente in linea con il dato complessivo nazionale che si assesta al 62,6%. Seppur di pochi punti percentuali, in Puglia, il dato di Brindisi è il migliore, in termine di presenze di “seconde case” nel territorio provinciale, per un’area evidentemente attraente nella scelta di avere una seconda abitazione lungo la costa adriatica sul mare, oltre che al suo entroterra che abbraccia in particolare le zone come Ostuni, Carovigno, Fasano e non solo. Bari registra il 63,2% di “prime case” dei propri immobili, Taranto il 61,8%, Lecce il 60,8% e Foggia il 60,0%. 
Si calcola invece che l’entrata, a titolo di Imu, per il solo Comune di Brindisi sia pari ad un presumibile ammontare di poco più di 14 milioni di euro.
 
Proprio pochi giorni fa il sub commissario del Comune di Brindisi, Michele Albertini, ha definito la situazione dei conti di palazzo di città, dove è anche emerso di come, per l’entrata Imu, il Comune nel 2016 sia riuscito ad incassare poco più di 10 milioni di euro, a dispetto dei 14,3 previsti.
Si è parlato di “uno zoccolo duro che, probabilmente, non paga proprio nulla, fra Ici e Tari”. Il 21 aprile di quest’anno, in quello che poi si rivelò uno degli ultimi consigli comunali della giunta Carluccio, il Comune di Brindisi approvò, per il 2017, le stesse aliquote Imu, applicate nel 2016, ovvero: 0,86% per l’aliquota ordinaria (fabbricati diversi dalle abitazioni principali, terreni agricoli ed aree fabbricate); 0,40% per l’aliquota ridotta (abitazioni principali in A/1, A/8 e A/9 e relative pertinenze); 1,06% per l’aliquota maggiorata (fabbricati ed impianti anche industriali). 
Attualmente in Italia si contano 32 milioni di abitazioni possedute dalle famiglie italiane. Generalmente la presenza di seconde case è da ricondurre soprattutto alle piccole province vicine a località di mare o montagna, a dispetto delle grandi aree urbane che invece assorbono una percentuale fortemente maggiore di abitazioni principali. Se il 60% delle abitazioni nelle provincia brindisina è considerata infatti la cosiddetta “prima casa”, nelle grandi aree come Roma, questa percentuale sale fortemente, sino al 71%. A Milano invece, l’imposta annua, per le “seconde case”, è di 936 euro. Per numero effettivo di seconde case spicca poi la provincia di Cosenza (121 mila), preceduta solo da grandi città come Roma, Torino, la stessa Milano e Palermo. Di contro, la situazione è completamente opposta in altre aree come Aosta, Savona, Sondrio e Imperia, dove l’incidenza delle “prime case” oscilla fra il 36 ed il 42%.
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