Ecco l’influenza, già a letto in 500. Ma il peggio deve ancora arrivare

Ecco l’influenza, già a letto in 500. Ma il peggio deve ancora arrivare
di Maurizio DISTANTE
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Lunedì 11 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:40
Il picco è ancora di là da venire anche se tra raffreddori, sindromi parainfluenzali, qualche episodio di influenza vera e propria e compagnia cantante non mancano i brindisini che, in questi giorni antecedenti le festività natalizie, sono stati messi ko dai cosiddetti malanni di stagione. Come conferma il direttore del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl, Stefano Termite, mettendo a confronto i dati relativi all’anno in corso e a quello precedente raccolti dai medici sentinella della rete Influnet, il meccanismo di monitoraggio sanitario che tiene sotto controllo l’evolversi dell’epidemia influenzale, si nota una sostanziale congruenza dei numeri anche se la curva, in corrispondenza della 47esima settimana del 2017, mostra un andamento leggermente superiore a quella relativa allo stesso periodo del 2016.
«I dati regionali – spiega Termite - sono in linea con quelli che abbiamo registrato nella provincia di Brindisi: alla 47^ settimana, l’incidenza dell’influenza nella nostra provincia si attesta intorno all’1,30 per mille, cioè 1,30 casi ogni 1000 assistiti. Questo significa che in base a quanto notificato dai medici sentinella attivi sono stati stimati 520 casi di contagio sul territorio provinciale, 130 dei quali in città». 
Approfondendo la statistica a un livello di dettaglio maggiore, si nota come la malattia trovi una minore resistenza nella fascia d’età compresa tra gli 0 e i 4 anni, col 10% totale dei casi registrati fino dalla 42esima settimana. «Il ceppo prevalente è l’H3N2, il cosiddetto Hong Kong; l’altro, l’H1N1, è cambiato da California a Michigan e non ha la stessa diffusione del primo. Per fare un confronto tra i ceppi A dell’influenza, si può affermare che il 90,3% dei casi si riconduce al primo ceppo; il restante 9,7% al secondo».
In questa situazione di sostanziale normalità, per il periodo dell’anno in cui ci troviamo, la vera notizia è legata al ritorno del vaccino antinfluenzale: anche il servizio sanitario pubblico conferma l’inversione del trend che per diversi anni ha allontanato gli utenti dalla vaccinazione.
 
«Abbiamo messo a disposizione 83mila dosi di vaccino – conferma Termite – Ne abbiamo distribuite ai medici di medicina generale 76mila e ce ne chiedono già altre. Questo è un dato positivo che da tempo non si registrava. La copertura relativa a quest’anno sarà molto superiore a quella dei recenti anni passati e raggiungeremo, se le cose continueranno in questo modo, il 60% o giù di lì degli ultrasessantacinquenni. Siamo ancora lontani dai tempi d’oro, però, quando ci si avvicinava molto all’obiettivo minimo, fissato al 75%».
Questa repentina inversione di marcia sui vaccini, a pochi mesi dalle manifestazioni dei no vax avutesi un po’ in tutta Italia, è dovuta anche al grosso lavoro portato avanti dal Ministero della Salute che, oltre la legge sull’obbligo vaccinale, ha messo in campo una serie di politiche che hanno consentito un riavvicinamento alla pratica vaccinale. «Il Ministero ci è molto vicino, in questo: il clima creatosi nella comunità scientifica ha permesso anche una compatta levata di scudi di noi professionisti che abbiamo parlato la stessa lingua, in sincrono. In questo modo abbiamo guadagnato in credibilità. Una dimostrazione plastica di quanto detto si è avuta al congresso nazionale della “Siti”, la società italiana d’igiene, che è stato aperto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la quale ha tenuto un discorso di oltre un’ora sull’importanza dei vaccini e degli altri interventi di prevenzione: una cosa che non si vedeva da anni». 
Al quadro sopra descritto si aggiunge il supporto che sta arrivando dalla magistratura che, dopo alcuni procedimenti che hanno sollevato forti dibattiti, hanno via via cominciato ad affidarsi a consulenti specializzati in igiene e medicina preventiva.
In una situazione di maggiore tranquillità, il lavoro dell’Asl per la campagna vaccinale procede spedito: la distribuzione del vaccino ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta per la somministrazione ai cittadini a rischio va avanti. «Oltre questo aspetto che riguarda gli ultrasessantacinquenni, i bambini con determinate patologie e alcuni tipi di malati cronici, il nostro servizio si occupa di far arrivare il vaccino a tutto il personale sanitario, alle forze dell’ordine, ai veterinari e ai lavoratori di pubblica utilità. Bisognerebbe vaccinare anche le donne che si trovano tra il secondo e il terzo trimestre di gravidanza, per avere un bambino già protetto al momento della nascita, e i bambini dai 6 mesi in su». 
Ci sarà tempo per vaccinarsi fino al 31 gennaio prossimo, anche se i giorni migliori per farsi fare la punturina al fine di evitare di buscarsi l’influenza e rischiare di passare le feste con la febbre sono proprio questi.
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