Truffa e associazione a delinquere: rischia il processo il “mistico” poi diventato attrice

Truffa e associazione a delinquere: rischia il processo il “mistico” poi diventato attrice
di Roberta GRASSI
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Venerdì 16 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 21:13
 Il rischio processo, anche in quel di Brindisi, incombe ora per Paola Catanzaro, ex mistico di contrada Uggio, finita in carcere una volta diventata donna per aver truffato una serie di persone, quasi tutti professionisti, facendo credere di avere doti paranormali.
A Catanzaro, al marito Francesco Rizzo (che si trova ai domiciliari), e ad altre sette persone, Giuseppe Conte, Addolorata Catanzaro, Stefania Casciaro, Anna Casciaro, Lucia Borrelli, Anna Picoco e Giuseppa Catanzaro è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pm Luca Miceli che ha coordinato gli accertamenti investigativi del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brindisi.
I reati contestati sono l’associazione per delinquere, nell’ambito del quale a Paola Catanzaro (già Paolo, alias “il mistico” o Sveva Cardinale) viene dato ruolo di promotore, capo e organizzatore del sodalizio con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle vittime. Poi c’è la truffa, che avrebbe consentito a Paola di incassare “grosse somme di denaro”, almeno 4 milioni di euro in totale, per evitare disgrazie varie o per finanziare “la diffusione del messaggio evangelico”. In questo contesto si inquadrano il progetto delle croci che sarebbe dovuto consistere, afferma il pm, nella “realizzazione e diffusione nel modo di croci”.
A “Sveva” viene anche contestata l’evasione fiscale: non avrebbe dichiarato elementi attivi di reddito per complessivi 200mila euro, evadendo così le imposte dirette per circa 80mila euro. Insieme al marito avrebbe poi compiuto azioni tali da “rendere in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva su una polizza di importo di 44mila euro”.
Gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o per presentare memorie. Catanzaro e Rizzo sono difesi dall’avvocato Cosimo Pagliara.
La sedicente veggente si trova ancora in cella, sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Giuseppe Biondi.
 
“Ha catalizzato su di sé le speranze, le credenze, le debolezze delle persone offese e ha coordinato le attività di proselitismo, di accerchiamento e coinvolgimento psicologico delle vittime poste in essere con l’ausilio dei suoi sodali che eseguivano i suoi ordini, mettendosi a disposizione per il conseguimento degli scopi del sodalizio” è scritto nel provvedimento.
Almeno due dei denuncianti hanno rappresentato agli investigatori di essersi ulteriormente convinti a prestare fiducia alle parole della veggente, poi diventata un’aspirante showgirl (dopo il cambio di sesso), anche per via della mancata presa di distanza da parte della Chiesa locale, all’epoca dei fatti.
“In un primo momento – si legge nell’ordinanza – il fenomeno era stato avversato dall’ordinario diocesano dell’epoca di Brindisi, monsignor Settimio Todisco”. Il suo successore, però il vescovo monsignor Talucci, a detta di una delle vittime, avrebbe “assunto un diverso atteggiamento, assecondando e accreditando l’attività di Catanzaro, partecipando anche ad alcune manifestazioni poste in essere dal gruppo musicale Signum di cui l’indagato era uno dei componenti”. Talucci risulta del tutto estraneo alle contestazioni, anche alla luce di quanto contenuto nell’avviso di conclusione delle indagini.
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