Troppe vertenze ancora aperte. E la ripresa ancora non si vede

Troppe vertenze ancora aperte. E la ripresa ancora non si vede
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Domenica 16 Settembre 2018, 08:15
I problemi nel mondo del lavoro non mancano, le vertenze neppure, la disoccupazione cresce e lo sviluppo sembra non arrivare mai. Le motivazioni per far ripartire le attività dopo la pausa estiva ci sono tutte, i sindacati ne sono ben consapevoli, fanno il punto della situazione e affilano le armi. Cgil, Cisl e Uil intendono fare la propria parte sui temi della rinnovata partenza settembrina che vanno dalla questione Enel con la sua decarbonizzazione, alla crisi del settore aeronautico, dalla sanità e la sua politica regionale alla vertenza Santa Teresa, passando per la trasformazione di quella che era la centrale di Costa Morena.
Insomma, di lavoro da fare ce n’è tanto se solo il territorio riuscisse a perseguire quell’unione e quella coesione che da troppo tempo sembrano essere i maggiori assenti. «La lenta crescita del prodotto interno lordo nella nostra provincia - afferma il segretario Cgil Antonio Macchia - richiama la condizione economica e sociale che vive il territorio brindisino, attanagliato anche dalla persistente situazione vertenziale».
Una crisi che non lascia indenne neppure il settore industriale. «L’industria complessivamente, a parte alcune eccezioni – sostiene Macchia - continua ad essere attraversata da una fase asfittica e il sistema degli appalti al ribasso mette in forte rischio la tenuta occupazionale. Enel non ha ancora presentato un piano di sviluppo  industriale alternativo alla fase di decarbonizzazione; la crisi dell’apparato produttivo più in generale e la paralisi dei finanziamenti pubblici, acuiscono la crisi economica ed occupazionale anche in settori strategici per il territorio quali l’edilizia, il commercio e l’artigianato; in agricoltura continua la serrata lotta al caporalato».
E la ripresa sembra non arrivare mai, anzi. «Si decurtano le commesse di Leonardo e l’economia basata sull’indotto dell’aerospazio annaspa – aggiunge il segretario Cgil - vive anch’essa un fase asfittica che ha bisogno di interventi risolutivi. Non si risolve ancora la crisi economica della Provincia che tiene nel limbo organizzativo i dipendenti diretti e soprattutto i dipendenti della Santa Teresa che non sanno ancora quale sarà il loro futuro».
Da qui Cgil intende ripartire, «torneremo nelle piazze - avverte Macchia - fra i lavoratori e fra chi il lavoro lo ha perso, per sostenere la reale forza che vanta la nostra provincia, non lasceremo al caso alcuna vertenza. Per noi lo snodo da cui partire è la riproposizione pedissequa della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil con cui si affronta con concretezza lo stato di crisi nella provincia di Brindisi».
Condivide la preoccupazione del collega della Cgil, il segretario Cisl Antonio Castellucci. «Lo scenario territoriale appare preoccupante – dice - per vivibilità, reddito medio pro-capite, tasso di disoccupazione. Le criticità insistono nei distinti comparti produttivi, nei relativi sistemi di appalto e nell’indotto».
Il segretario della Cisl si riallaccia ai buoni propositi espressi dal sindaco e dall’arcivescovo in occasione della recente festa patronale. «Auspichiamo che le sollecitazioni vengano colte e fatte proprie dai cittadini, serve infatti, una “vision” di Brindisi nuova e dinamica». E allora «la politica, i soggetti istituzionali e locali, insieme con la rappresentanza sociale, imprenditoriale, culturale, sono chiamati dunque ad una sfida ben definita – è la proposta del segretario Cisl - dare corpo ad un Patto sociale per fare sistema, affinché Brindisi torni ad essere nelle condizioni di interloquire e contrattare strategie mirate e risorse per lo sviluppo, con il Governo regionale pugliese e con quello nazionale».
Il segretario della Uil si mostra particolarmente colpito dalla politica regionale in tema di sanità. «Bisognerebbe chiarire le idee al presidente Michele Emiliano – tuona Antonio Licchello – ha detto che non presta ascolto ai sindacati mentre parla di assunzioni di medici e personale sanitario. Vorrei ricordare che il Sindacato è stato colui che ha richiamato l’attenzione sul riordino ospedaliero facendo capire che non andava bene e che avremmo avuto una grande penalizzazione e purtroppo così è stato. Adesso auspichiamo che le cose che il presidente ha detto siano veritiere e cioè di rimpinguare gli ospedali e non di ridurli. Anche se non vorrà dialogare con il Sindacato non importa, che faccia lui, purché faccia».
E poi ci sono le vertenze, le stesse che c’erano anche prima delle ferie agostane. «La Santa Teresa – elenca Licchello – ex Tecnomessapia, gli investimenti che non ci sono, i soldi per le bonifiche che non si sa dove stanno, così come sembra si siano perse le tracce dei finanziamenti provenienti dall’ex accordo per la chimica. E poi la questione Enel e A2A, vorremmo che la Giunta comunale incominciasse a dare valore alla sua elezione. Ci fa piacere quanto abbiamo ascoltato in occasione della festa patronale da parte del sindaco, ma poi le parole vanno messe in atto e questo significa aprire tavoli di discussione. L’Amministrazione ha le sue responsabilità, adesso deve venire fuori la sua identità reale e deve confermare la disponibilità che aveva dato in precedenza alla discussione con il sindacato sulle necessità brindisine, in modo da essere riferimento importante, uno strumento di spinta nei confronti della Regione e del Governo.
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