Duplice omicidio a Serranova: Calò in carcere perché meditava di fuggire. Pericoloso, poteva uccidere ancora

Duplice omicidio a Serranova: Calò in carcere perché meditava di fuggire. Pericoloso, poteva uccidere ancora
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 9 Marzo 2023, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 14:13

Duplice omicidio di Serranova: meditava di fuggire Cosimo Calò la mattina dell’altro ieri prima di chiedere di essere interrogato alla presenza del difensore. Se ne parla nella parte del decreto di fermo dedicata al pericolo di fuga che fa riferimento ad una telefonata intercettata la stessa mattina del 7 marzo: «Nel corso della telefonata intercorsa in data odierna tra Vincenzo Calò con madre, figlio e moglie dell’indagato, programmano la fuga del loro congiunto. Infatti Vincenzo dice alla madre di preparare un bagaglio». Una circostanza che sta valutando anche l’avvocato Carmela Roma, difensore di Cosimo Calò, per chiarire se quel bagaglio fosse quello destinato ad accompagnare l’indagato in carcere, alla luce della scelta di farsi interrogare e di confessare, oppure se effettivamente era stata pianificata una fuga.

Perché il carcere e non i domiciliari


Intanto la scelta di disporre il carcere piuttosto che i domiciliari è stata fatta anche sulla valutazione della pervicacia nella ricerca dei parenti da ammazzare per presunti torti subiti riguardo un terreno ed i beni lasciati dal fratello Angelo morto a giugno del 2022. «Due cose colpiscono del racconto di Cosimo», la valutazione del pubblico ministero della Procura di Brindisi, Francesco Carluccio, titolare dell’inchiesta sull’omicidio dei coniugi Antonio Calò e Caterina Martucci, condotta con i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni diretti dal capitano Vito Sacchi e dal tenente Alberto Bruno che prosegue anche con la presenza nella casa del duplice delitto dei carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bari allo scopo di chiarire, fra le altre cose, se il reo confesso Cosimo Calò avesse qualche complice o se abbia agito da solo, come emerge dalla ricostruzione dei fatti contenuta nel decreto di fermo.

La determinazione criminale


«In prima battuta la determinazione criminale con la quale ha commesso il duplice omicidio», il primo punto, «con sicura premeditazione avendo acquistato il fucile per un preciso scopo che non può essere certo quello di coltivare, a quella veneranda età, una passione sportiva per il tiro mai avuta per una vita intera».


L’altra cosa che ha colpito il magistrato è la scoperta dell’indole particolarmente malvagia ed omicida di Cosimo Calò: «E la pericolosità dimostrata da Cosimo Calò il quale, dopo avere colpito a morte il fratello Antonio (non certo per un accidente, come da lui furbescamente riferito), si dirigeva verso la cognata per eliminare una testimone scomoda e poi, senza che la notte avesse portato rimorso o consiglio, meditava di uccidere anche l’altro fratello Carmelo, dimostrando di avere un odio profondo verso lo stesso». 

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