L'intervista/ Ciullo: «Hanno fallito e si ripresentano, no agli spudorati della politica

Massimo Ciullo (foto Max Frigione)
Massimo Ciullo (foto Max Frigione)
di Massimiliano IAIA
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Domenica 27 Maggio 2018, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 16:48
BRINDISI - Ai piedi del Monumento al marinaio, si avverte un caldo tipicamente estivo, quel caldo che raddoppia la fatica di rispettare tutti gli appuntamenti dell’agenda elettorale e che ti rende la gola secca, a furia di parlare dei programmi sulla città. «Ma sono contento così», racconta Massimo Ciullo, candidato sindaco di Brindisi con Lega Salvini Puglia, Noi con l’Italia, Fratelli d’Italia-Movimento +39 e Movimento Nazionale per la Sovranità. «Sto conoscendo molti giovani che si appassionano alla politica, anche tante donne mi stanno sostenendo, riscopro una città dai grandi valori».
Ha appena finito di girare uno spot, urlano il suo nome dal mare, giocando su quel Massimo inteso come andare a mille. Gli vogliono bene in tanti, e lui non si sottrae. C’è l’esperienza politica - è stato assessore con Mennitti - e c’è l’attività professionale, ma soprattutto c’è la disponibilità a stare in mezzo alla gente. Tanti simpatizzanti gli danno una mano, nessun addetto stampa al suo fianco. «Preferisco fare tutto da me», sorride. C’è anche tanta naturalezza: a spot finito, amici lo salutano a distanza da una barca. “Ciao, Massimo”. «Ciao ragazzi, buona navigazione», urla lui. Poi si volta e chiede: «Ma, per un fatto di scaramanzia, buona navigazione si può dire?». Spontaneo, appunto.
Avvocato Ciullo, perché la scelta di realizzare la passeggiata nell’area del Monumento?
«Da qui si può vedere Brindisi in tutto il suo splendore, osservandola da questo punto ricorda un po’ Venezia, con un colpo d’occhio è possibile attraversare tutti i periodi storici della città. Dico questo perché dal mio punto di vista è necessario che Brindisi riaffermi la propria identità. Se c’è quella, si può parlare anche con altre culture, si può trasmettere e si può apprendere».
Dice questo per sgombrare subito il campo dall’accusa di avere dalla sua una coalizione che non vede di buon occhio il concetto di integrazione?
«È una domanda che mi permette di fare chiarezza una volta per tutte. Innanzitutto si vuole definire la coalizione che mi sostiene con una caratterizzazione inappropriata, perché se da un alto ci sono forze che richiamano una destra sovranista, dall’altro c’è anche Noi con l’Italia che rappresenta la componente moderata. Noi diciamo che più che per l’integrazione siamo per l’interazione, ci deve essere il rispetto delle diverse identità, diciamo di no ad una globalizzazione nichilista. Le identità esistono, ed è giusto che vengano rimarcate».
E qual è l’identità di Brindisi?
«È una città molto disarticolata, con una conformazione urbanistica di tipo satellitare, con quartieri-dormitorio che sono oggettivamente lontani dal cuore della città. Mancano gli spazi di socializzazione, e anche questo è un aspetto che in qualche modo favorisce l’esplosione della criminalità. Io ripartirei dalle associazioni, assegnando locali pubblici per le loro attività. Oggi non c’è nessuna eccezione nemmeno per i diversamente abili. Ma lo sa che c’è un’associazione di non udenti che paga l’affitto nonostante le richieste di spazi rivolte inutilmente al Comune?».
Come pensa di rilanciare, invece, il Centro?
«Le piazzette oggi sono prese d’assalto per parcheggiare. Mi piacerebbe farle rivivere con spettacoli e mini-concerti che possano costituire anche un’offerta in più per i turisti che arrivano con le navi. Sono convinto che una novità del genere possa essere d’aiuto anche per le attività commerciali, la cui situazione è forse quella che mi preoccupa maggiormente quando si parla del Centro».
Cosa serve al turismo per decollare?
«I visitatori vanno aiutati a scoprire gli angoli meravigliosi della città, lo si può fare sostenendo la rete delle strutture ricettive, firmando un protocollo d’intesa con gli operatori del settore. E poi bisognerebbe trasformare il sito del Comune, che ora è solo un portale amministrativo, arricchendolo di informazioni per i turisti, rendendolo una piattaforma di scambio di informazioni».
Ha detto anche in questi giorni: “Assieme alla casa, è sicuramente il lavoro la priorità che viene indicata dai cittadini”. Come si colloca il suo programma nel dibattito tra l’esigenza di occupazione e la questione ambientale?
«Partiamo dal presupposto che Brindisi non possa in alcun modo prescindere dall’essere una città industriale. Detto questo, bisogna far sì che tutti gli insediamenti, vecchi e nuovi, rispettino le norme sull’ambientalizzazione e sulla sicurezza. E poi è necessario sottoscrivere convenzioni e atti unilaterali d’obbligo con le aziende, che devono impegnarsi a garantire assunzioni per il territorio».
Ha fatto parte dell’esecutivo Mennitti, di cui molti ricordano l’attenzione alla cultura. Pensa di ispirarsi a quel modello?
«Assolutamente sì, vorrei ripartire da quell’impianto. Oggi siamo di fronte a un assoluto degrado culturale. Con Mennitti Palazzo Guerrieri e Palazzo Nervegna pullulavano di attività e di mostre, vorrei valorizzare i grandi contenitori culturali, a cominciare dal teatro».
Il piatto forte del suo programma sembra essere la sicurezza.
«Possiamo garantirla attraverso una presenza più forte della polizia municipale nei quartieri periferici, con appositi presìdi, poi con un potenziamento della videosorveglianza, e infine, qualora dovesse davvero diventare ministro dell’Interno, creando un canale diretto con Matteo Salvini, al quale potrei chiedere un incremento di personale delle forze dell’ordine a Brindisi».
Passando ad un piano squisitamente politico, il centrodestra si presenta disunito in questa tornata elettorale: cosa contesta agli avversari che sostengono Cavalera?
«L’assoluta mancanza di pudore politico. Spudorati nel cambiare casacca pur di restare al potere, nel ritrovarsi assieme dopo aver litigato in questi anni e aver compiuto numerosi errori sulla pelle della città».
Punta il dito contro coloro che hanno sostenuto Angela Carluccio, però l’ex sindaca ha detto che sosterrà lei. Non la ritiene una contraddizione?
«Niente affatto. Carluccio non ha velleità politica e istituzionale, non vuole avere ruoli, non si è candidata nemmeno in Consiglio, si è espressa liberamente sul mio nome, e anzi mi pare che con le sue dichiarazioni abbia voluto avvertire gli elettori, dicendo loro: “Guardate che se cercate i responsabili di quel mio percorso negativo, sono tutti dall’altra parte”. E poi, credo che la prova dell’incoerenza di quella coalizione stia nell’appoggio di Michele Errico. Non c’è bisogno di aggiungere altro».
Ritiene che l’investitura di Salvini, avvenuta già a Capodanno, si sia rivelata un boomerang?
«No, perché il problema è sempre lo stesso: ma noi con quella coalizione saremmo mai andati? La risposta è assolutamente no».
È intenzionato a presentare la sua eventuale squadra di assessori prima delle elezioni?
«Vorrei farlo ma prima devo parlarne con i componenti della coalizione. Da noi ci si confronta davvero, la nostra non è un’alleanza nata sotto il segno delle solite logiche di potere».
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