Il racconto: «Mia madre, 80enne, ha atteso 22 ore prima di essere visitata in Pronto Soccorso»

Il racconto: «Mia madre, 80enne, ha atteso 22 ore prima di essere visitata in Pronto Soccorso»
di Francesco TRINCHERA
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Giovedì 23 Marzo 2023, 12:56

Ventidue ore di attesa nel Pronto soccorso dell'ospedale Antonio Perrino di Brindisi. A 80 anni. Le criticità del Pronto soccorso dell'ospedale Perrino tornano al centro di dure critiche da parte dei cittadini che, loro malgrado, sono costretti rivolgersi a questo punto di primo intervento della sanità locale. La Asl da parte sua ha fatto sapere che gli accessi sono stati 70 in quei frangenti, con carenza di personale medico ed infermieristico.
È di ieri, infatti, il caso di una signora di 80 anni che ha vissuto un'odissea in quel reparto sino a ieri sera alle 19 quando è stata ricoverata in Cardiologia. La storia è stata raccontata attraverso i social dalla figlia della donna, che ha spiegato come, inizialmente, nel pomeriggio di martedì la madre si sentisse poco bene ed anche per questo lei ed il padre abbiano inizialmente misurato la pressione a casa, rilevando valori molto alti. La stessa signora, secondo quanto è spiegato, in quel momento ha accusato anche di mal di testa e nausea, oltre a dolori alla schiena e per questo, in serata, la decisione è quella di andare alla guardia medica. Lì, il medico ha deciso di misurare nuovamente la pressione: i valori sono aumentati ancora di più rispetto a quanto era stato rilevato a casa ed anche per questo è stato consigliato di recarsi al Pronto soccorso, dove i tre sono giunti attorno alle 21.
All'interno della struttura dell'ospedale Perrino, secondo quanto è raccontato, nonostante la guardia medica abbia parlato di "rischio di crisi ipertensiva", all'anziana le avrebbero misurato la pressione solo alcune ore più tardi (si parla delle 4 della notte). A questo si aggiunge il problema della disponibilità delle lettighe che ha costretto la donna a rimanere per molto tempo su una sedia.

Il racconto

La testimonianza della figlia dà anche conto del fatto che ad accudire la donna c'erano, alternativamente, lei e suo padre, vista l'impossibilità di poter avere più di un accompagnatore all'interno della struttura. Ad un certo punto della nottata anche l'uomo (che ha, più o meno, la stessa età della moglie), ha avuto un momento di cedimento, diventando pallido ed iniziando a barcollare: è stata richiesta una ulteriore lettiga per distendersi.
La richiesta della figlia è che i due genitori, sistemati in due locali diversi del pronto soccorso, potessero essere lasciati, se non uno accanto all'altro, per lo meno nella stessa stanza. Domanda a cui il personale avrebbe dato risposta negativa, costringendo di fatto la figlia a fare la spola tra le due lettighe, sino a quando, nelle prime ore del mattino, le ha dato il cambio alla sorella.
La situazione è rimasta comunque particolarmente complicata: al momento in cui la figlia della donna ha scritto il post, cioè alle 13 di ieri, erano di fatto passate 16 ore dall'entrata nel Pronto soccorso ed ancora non era stata presa la decisione se ricoverare o dimettere la madre (sarebbe stata fatta solo un'altra analisi del sangue). Contattata da Quotidiano, l'autrice del post ha spiegato che, dopo la richiesta dei familiari (che hanno chiesto più volte di poter ricoverare la signora), è stata disposta una visita cardiologica, dopo la quale sono stati disposti ulteriori esami specifici che hanno fatto tornare la madre nuovamente nel Pronto soccorso e infine in Cardiologia.
Dalla Asl di Brindisi, comunque, fanno sapere che questo è un caso di quelli che si sta seguendo con le visite e si stanno facendo tutti gli approfondimenti che sono ritenuti necessari per questo specifico caso.

Il tutto, a fronte di una mole estremamente importante di accessi alla struttura: all'interno del cruscotto informativo, infatti, si dice che, andando a sommare i diversi pazienti con i vari codici (rosso, arancione, azzurro, verde, bianco), nelle otto ore precedenti sono stati circa 70 gli accessi, con numeri che, è stato spiegato dall'azienda sanitaria, sono grosso modo in linea con quelli che si sono registrati anche nel resto della giornata. Dati in cui va tenuto conto anche della scarsità di personale (medico e non solo) disponibile all'interno di quel reparto.

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