Coppia uccisa a Serranova, il retroscena: «Implorò pietà, ma la uccise per eliminare la testimone»

Emergono nuovi particolari sul duplice omicidio di Antonio Calò e della moglie

Coppia uccisa a Serranova, il retroscena: «Implorò pietà, ma la uccise per eliminare la testimone»
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 14 Marzo 2023, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 11:10

La cognata lo ha supplicato di risparmiarla. Tutto inutile: l'omicida reo confesso Cosimo Calò, 84 anni, ha raccontato agli inquirenti che dopo avere ammazzato il fratello Antonio, decise di eliminare anche la moglie Caterina Martucci. Per non lasciare testimoni. Sordo a qualsiasi richiesta di pietà, accecato dall'odio verso i fratelli Antonio e Carmelo.

Un odio manifestato anche durante la confessione: lo sottolinea la giudice per le indagini preliminari, Vilma Gilli, nella parte dell'ordinanza di custodia cautelare riservata al quadro cautelare: «Durante l'interrogatorio (innanzi al pm e inizialmente anche innanzi a chi scrive) ha manifestato il suo vero e proprio odio nel confronti di Carmelo Calò con espressioni dure e, come si legge nella richiesta del pm, anche "con mimica facciale e toni di voce risalente dal profondo dell'animo, che hanno colpito tutti i presenti restati veramente basiti....fino ad aggiungere che a Carmelo lo ammazzarebbe anche oggi o domani se lo incontrasse"».

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Quella scelta del 28 febbraio

Un odio manifestatosi con la scelta di quella sera del 28 febbraio, di ricaricare il fucile ed esplodere due colpi verso la cognata mentre si trovava nel corridoio della casa di contrada Canali, a Serranova. La donna cercò istintivamente di allontanarsi per cercare rifugio in camera da letto. Lì dove poi l'ha trovata l'altro fratello Calò, Carmelo, la sera del giorno dopo, con il volto reso irriconoscibile dalle fucilate a pallini da caccia.
Questa ricostruzione è contenuta nella confessione resa da Cosimo Calò nell'interrogatorio dell'8 marzo con il pubblico ministero Francesco Carluccio, termine con il decreto dio fermo che ho fatto finire in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela con il fratello Antonio, nonché per porto di arma comune da sparo.

E nell'interrogatorio in carcere con la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Vilma Gilli.

 

Carmelo, il chiodo fisso di Cosimo: Cosimo era uscito dalla sua casa di San Vito dei Normanni con l'intenzione di trovarlo ed ammazzarlo perché ritenuto la causa di tutti i problemi insorti fra fratelli per il terreno venduto ad Antonio negli anni 90 e che lo stesso ora reclamava l'intestazione, ma anche per quel foglietto a quadretti spuntato a gennaio che avrebbe nominato Antonio unico erede della casa di famiglia e di 100mila euro lasciati dall'altro fratello Angello deceduto a giugno dell'anno scorso.
Cosimo Calò ha riferito ai magistrati ed ai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni di essere rientrata a casa in tarda serata, di avere lasciato il fucile in auto, di non avere chiuso occhio per tutto la notte e di essersi rimesso al volante attorno alle 4 del giorno seguente intenzionato a rintracciare ed a uccidere Carmelo. Lo aveva cercato la sera prima, senza trovarlo.

Delirio omicida, la definizione usata dalla giudice Gilli nell'ordinanza di custodia cautelare che tiene in carcere Cosimo Calò (il decreto di fermo non è stato convalidato per assenza del pericolo di fuga): «Si è trattato di una condotta di inaudita violenza, espressione di un'elevata attitudine criminale, pur a fronte della matura età dell'indagato, nonché di significativa spregiudicatezza e lucidità delinquenziale di elevatissimo allarme sociale. Si ricordi che l'indagato ha ammesso di essere uscito portando con se' il fucile per andare ad ammazzare Carmelo e di averlo atteso sia prima di uccidere Antonio e Caterina, sia dopo qualche ora. A massacro già fatto, per completare il delirio omicida. Senza alcuna forma di repiscenza».
Oggi intanto si svolgeranno le autopsie: servono a meglio definire l'orario della carneficina ma anche se è vero che Cosimo Calò abbia sparato solo tre colpi.

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