Tecnomessapia, recapitate le lettere di licenziamento per i 148 lavoratori

La protesta degli operai Tecnomessapia
La protesta degli operai Tecnomessapia
di Elda DONNICOLA
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Mercoledì 18 Luglio 2018, 08:00
BRINDISI - Si riduce ulteriormente la speranza dei lavoratori Tecnomessapia, azienda cegliese del comparto aeronautico. Le lettere di licenziamento in realtà sono state già recapitate, e a questo punto l’ultima speranza per i lavoratori è quella di ottenere un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico con l’obiettivo che possa indicare una soluzione malgrado la ferma volontà della società di Ceglie Messapica di chiudere baracca e burattini.

Sono in 148 ad aver ricevuto tra ieri e oggi la missiva che mai avrebbero voluto ricevere. Erano molti di più, quasi 300, l’anno scorso di questi tempi. Già, perché il peggio ha avuto inizio nel 2017 quando Tecnomessapia ha aperto la procedura di licenziamento dopo che era scaduto, alla fine di giugno, l’ultimo contratto con Leonardo senza possibilità di rinnovo alcuno. Tecnomessapia aveva operato fino ad allora in regime di mono commessa con la ex Finmeccanica e quindi nel momento in cui i rubinetti da parte della compartecipata dello Stato sono stati chiusi, Tecnomessapia non ha avuto altra scelta se non quella di licenziare l’intera platea dei lavoratori. L’intervento dell’allora vice ministro Teresa Bellanova fece in modo di giungere ad un accordo, del 20 luglio scorso, che portò alla cassa integrazione.

Nel frattempo la metà dei lavoratori ha cercato fortuna altrove, mentre per quelli che sono rimasti, la cassa integrazione scadrà il prossimo 26 luglio senza che la società cegliese sia riuscita a trovare, nell’anno appena trascorso, altri partners ed a diversificare la propria produzione. Dopo tante settimane di silenzio Tecnomessapia si è presentata in sede istituzionale presso la Task force regionale per l’occupazione convocata dal presidente Leo Caroli per lo scorso 12 luglio. «L’azienda – si legge nel documento redatto al termine della riunione – ha comunicato che tutte le interlocuzioni avute con possibili partners industriali hanno avuto esito negativo. Non sussistono quindi le condizioni per la ripresa delle attività con Leonardo poiché sono cessate tutte le commesse e, in generale, perché è fallito il progetto di diversificazione industriale».

Una sentenza che non ammette margini di discussione alcuna, la società ha ammesso che è del tutto naufragata la trattativa in corso con il partner estero della quale tanto si era parlato e che la commessa riconosciuta da Leonardo che si concretizzava con due unità impegnate per cinque giorni al mese fino al 2020 non era sufficiente a mantenere in piedi la baracca. Tecnomessapia ha già inviato a Leonardo la disdetta anticipata di questo contratto. Dunque, davanti alla convinta scelta dell’azienda di chiudere definitivamente i battenti, sono venute a mancare le condizioni persino di fare richiesta specifica al Ministero per una proroga della cassa integrazione.

Nei giorni scorsi Tecnomessapia, attraverso i suoi rappresentanti, è già stata in Confindustria per dare seguito a quanto già annunciato: l’apertura della procedura di licenziamento. Resta ancora l’ultima speranza, ovvero quella della convocazione da parte del Mise a seguito della richiesta dei sindacati e del verbale della riunione del 12 luglio inviato al Ministero da parte della Regione. Sollecitazioni che, almeno per ora, non hanno avuto alcuna risposta. Nulla si è mosso, sempre almeno per ora, neppure da parte sindacale per dare seguito alla proposta di costituire un bacino di lavoratori dal quale far attingere le altre aziende del comparto che avessero esigenza di fare nuove assunzioni
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