“Body positive”, il corpo e l’importanza di amarsi nel libro di Stella Pecollo

A Gallipoli la presentazione del volume edito da Sperling e Kupfer

“Body positive”, il corpo e l’importanza di amarsi nel libro di Stella Pecollo
di Eleonora L. MOSCARA
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Martedì 14 Febbraio 2023, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 06:47
«Amarsi significa accettarsi. Accogliere ciò che la società considera difetti come un valore aggiunto, guardare a tutte le nostre caratteristiche e debolezze per quello che sono: pregi. Senza aver paura. E, quando impari ad amarti al 100%, hai superato lo scoglio più grande e sarai pronto ad amare davvero anche gli altri».
È con il vero senso dell’amore per Stella Pecollo che oggi vogliamo celebrare la festa degli innamorati, una giornata in cui è utile spendere del tempo per fare una riflessione in più e poi, per chi ha l’abitudine o il modo di farlo, uscire a comprare un regalino per il nostro partner. 
Attrice di cinema, teatro e serie tv, scrittrice del libro edito a maggio 2020 da Sperling&Kupfer “Io sono bella. La leggerezza non è questione di peso”, Stella Pecollo che sarà nel pomeriggio a Gallipoli, si divide tra la recitazione, il burlesque e un forte impegno nell’attivismo per la lotta contro il bullismo e il body-shaming. Nel libro condivide la sua esperienza personale e il percorso che l’ha portata all’accettazione totale ed assoluta di sé stessa. Un libro che ha riscosso molto successo e che ha fatto sì che, attraverso recensioni e commenti positivi di lettori che si sono riconosciuti nella sua storia, quotidianamente si parlasse di lei anche sui social specie in relazione al suo grande attivismo nel movimento “body positive”.
«La body positivity proclama ogni corpo valido e degno di rispetto qualsiasi sia la forma, la provenienza, abilità. Il movimento è nato negli Stati Uniti da un gruppo di donne afro-americane negli anni Sessanta, quindi mica tanto recentemente – sottolinea - qui in Italia nasce invece dalle donne grasse ma si conosce molto poco ecco perché, a mio avviso, non viene ancora compreso».
Qual è la situazione dell’Italia e che passi avanti sta facendo il nostro Paese anche in relazione agli altri?
«In Italia le persone ‘grasse’ come me non sono molto rappresentate, consentimi di utilizzare questo termine e non il politically correct ‘in carne’ perché non credo che sia un’offesa. Qui sembra un argomento considerato solo come una moda, penso agli eventi a tema della Milano Fashion Week in cui viene trattato perché va fatto e non per un vero cambiamento tuttavia, qualche passo in avanti è stato fatto. A Sanremo, ad esempio, ho apprezzato molto l’esibizione di Big Mama che, al fianco di Elodie, ha portato con orgoglio la bandiera del “body positive” vestendosi in un modo insolito, contrario agli stereotipi che vedono una donna grassa vestita di nero o coprire le forme».
Nel libro racconti la tua esperienza personale, com’è stato vuotare il sacco? Cosa ti ha aiutato a farlo?
«In realtà mi è stato chiesto di scrivere. Dopo un’intervista rilasciata a Vanity Fair in cui raccontavo la mia storia, degli editor di Mondadori mi hanno chiesto di condividere la mia esperienza con un libro. Scrivere è stato per me terapia pura e, non me l’aspettavo. Se da un lato è stata una grande botta autostima, dall’altro ho vissuto momenti molto forti per aver rivissuto grandi traumi del passato che avevo rimosso. Un viaggio profondo ma tranquillo e sereno in cui avevo in mente solo una meta: arrivare a più persone possibili e dare un cambio di visione del mondo e delle cose, guardare le persone da una prospettiva diversa, amarsi, andare oltre le opinioni altrui. Tutti messaggi che se avessi ricevuto a 14 anni, forse, mi avrebbero dato una vita diversa».
Tu racconti che ad un certo punto qualcosa in te è cambiato e hai iniziato ad accettarti, vedere il mondo con nuovi occhi cosa ti ha fatto scoprire?
«Mi ha fatto scoprire la libertà. Mi sono resa conto che vivendo con i limiti imposti dalla società, mi ero chiusa in una gabbia. Invece ho capito che potevo sentirmi libera di essere me stessa, che ero unica proprio perché fatta in questo modo e così, ho assaporato un senso di libertà totale».
Nel libro si parla di amore e anche di sesso e di quanto in realtà, per chi lo vive liberamente, il corpo non sia un problema. È così? 
«Dal punto di vista delle relazioni e della sessualità tutto è andato pari passo. Non ho mai avuto problemi a ricevere attenzioni anche quando non mi sentivo sicura ma, quando ho intrapreso questo percorso ho iniziato ad essere molto più serena. Anche il corso di burlesque mi ha aiutato molto. Ho capito che, se piaccio, piaccio tutta ma, prima di ogni cosa, devo guardarmi allo specchio e accettarmi. Non dico sia semplice, è un percorso tortuoso ma alla fine porta i suoi risultati».
Che rapporto hai con i pregiudizi e con chi ci vive?
«Le persone che vivono giudizi e pregiudizi sono spesso hater che ti insultano o ti danno consigli non richiesti, sono persone che non si accettano e non concepiscono che un altro possa accettarsi anche se grasso. Come fosse una colpa. Ho imparato a difendermi e adesso, quando li ricevo, non ci sto più male ma cerco di dare risposte che possano aiutare l’altro a imparare».
Perché scrivere questo libro? A chi è diretto?
«Ad oggi mi sento di dire che questo libro dovrebbe essere letto da tutti, anche solo per conoscere meglio l’argomento. Un giorno un pediatra dietologo mi ha ringraziato perché si era reso conto di aver sempre approcciato male con i suoi piccoli pazienti, una donna che non andava più al mare perché vittima delle sue paure mi ha confessato che, dopo aver letto il libro, ha ripreso a godere di tante piccole cose. Mi sono resa conto che tutti abbiamo delle insicurezze, nessuno escluso e questo libro ti fa capire che va bene così e siamo tutti unici e meravigliosi per questo».
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