Athena, nuova vita anche senza la testa. Restaurata e inaugurata nel Museo Archeologico di Castro la statua della dea greca

Athena, nuova vita anche senza la testa. Restaurata e inaugurata nel Museo Archeologico di Castro la statua della dea greca
di Anna Manuela VINCENTI
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:41

Ricostruita, messa in piedi e svelata al pubblico, l’imponente e meravigliosa dea Athena Iliaca di Castro da ieri sera si mostra in tutta la sua bellezza, nel Castello Aragonese di Otranto. È la più grande statua in pietra leccese mai realizzata nella Magna Grecia. Alta 3.40 metri per 800 chilogrammi di peso, è composta da dieci elementi. Il primo fu trovato nel 2015, era la parte del busto, misurava 1.20 metri. Restò l’unica fino a un anno fa, il 18 marzo del 2022, quando gli scavi archeologici hanno trovato e riportato alla luce le parti inferiori che costituiscono le gambe con il panneggio delle vesti. Manca ancora la testa, ma è grande la speranza che presto sarà trovata anch’essa.

Intanto quel che è tornato alla luce è stato restaurato a tempo di record e ieri sera, nel Museo archeologico, tra l’attesa e lo stupore generale in una sala gremita di gente, è stata rivelata al pubblico questa monumentale statua del IV secolo, peraltro realizzata da scultori tarantini. 

«Dobbiamo ringraziare Athena per essere ritornata tra di noi - ha commentato il professor Francesco D’Andria, emerito dell’Università del Salento che ha diretto i lavori di scavo e ricerca - è una dea troiana perché non ha l’egida, sappiamo che ha i capelli biondi, perché abbiamo ritrovato un ricciolo che ce lo dice; inoltre aveva un enorme scudo. La più grande statua della Magna Grecia e i girali abitati sono capolavori dell’arte greca e sono stati trovati in terra messapica.

A Castro le culture si incontrano e le terre si avvicinano. Lo scavo ha restituito dei veri capolavori: in soli mille metri quadri è stata trovata una collezione di statue che fanno di Castro il secondo museo della Puglia per originali greci».

Restauro a tempo di record

Il restauro dell’Athena, curato da Mario Catania della Domus Costruzioni Srl in stretta collaborazione e sotto la costante sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggi per le province di Brindisi e Lecce, è il risultato di un lavoro di grande sinergia che ha permesso di ricostruire il monumento nella sua interezza, monumentalità e magnificenza. Un’operazione resa possibile dal contributo economico assicurato dalla Fondazione Banca Popolare Pugliese e grazie anche al finanziamento di Francesco Lazzari che nell’arco di vent’anni ha donato circa 90mila euro per le varie campagne di scavo.

«Un’emozione fortissima per me e per tutti voi vedere la statua in tutta la sua altezza - ha detto emozionato il sindaco Luigi Fersini - manca ancora testa ma siamo certi che presto sarà ritrovata. Ho la fortuna di fare il sindaco in questo importante momento storico, nell’amministrare ci sono sempre tante tribolazioni ma poi ogni tanto ci sono anche dei momenti epocali come questo che ci dona tanta emozione e una grande soddisfazione».

"Una scommessa sulla cultura"

«È una statua predestinata che, come millenni fa attirava i fedeli, da oggi attrarrà tanti studiosi, scienziati, visitatori e appassionati che verranno a implementare le visite nella città e nel territorio. Quello che vedete qui stasera - ha aggiunto il vicesindaco Alberto Capraro - è solo l’ultimo importante frutto di una campagna di scavo molto importante, che ha permesso di portare alla luce reperti notevoli, dei quali ben 106 sono esposti nel Marta di Taranto. La nostra è una scommessa sulla cultura che vogliamo coinvolga tutti anche nuovi finanziatori, che permetteranno di ritrovare la testa e portare alla luce la storia della città ancora nascosta».

Grande soddisfazione da parte di tutti non solo per il ritrovamento, ma anche per aver portato a termine in tempi brevissimi il restauro. «Sono più di vent’anni che la Soprintendenza di Lecce e Brindisi concede all’Università del Salento, e non solo, l’esecuzione di scavi - ha commentato la soprintendente Francesca Riccio - i risultati raggiunti, come quello che stiamo celebrando oggi, ci incoraggiano ad andare avanti. Castro ha prodotto degli esiti esemplari, una buona pratica che merita di essere presa ad esempio. È un luogo che ha tutte le componenti culturali, paesaggistiche e archeologiche; insieme al comune di Castro abbiamo cercato le modalità per raggiungere questo risultato incredibile e ci siamo riusciti. In un anno l’abbiamo ritrovata, restaurata e da oggi sarà fruibile».

E il rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, ha concluso che «il motivo che ci rende orgogliosi per il ritrovamento di questa statua è l’eredità culturale e patrimoniale che ci trasmette e che permette di essere fieri della nostra identità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA