Svelato il Codice d'Enghien: la città del Quattrocento governata dalla contessa

Svelato il Codice d'Enghien: la città del Quattrocento governata dalla contessa
di Ilaria MARINACI
3 Minuti di Lettura
Domenica 14 Ottobre 2018, 12:02
Manoscritti, pergamene e documenti antichi. E c'è anche il prezioso Codice di Maria d'Enghien in esposizione - solo per oggi all'Archivio di Stato di Lecce per l'iniziativa Domenica di Carta promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Un'apertura straordinaria di biblioteche e archivi con la sede di via Sozy Carafa che svela alcuni suoi gioielli.
Il Codice è prezioso perché contiene il più antico statuto della città di Lecce (Universitas Litii): è stato promulgato nel 1445 e conteneva le regole per l'elezione del sindaco e degli amministratori. L'elegante manoscritto fa parte della mostra documentaria Il bello delle carte, allestita per questa occasione per far conoscere ai visitatori i tesori di nove secoli di storia custoditi nell'Archivio di Stato (ingresso libero, orario di apertura dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19).
Si possono ammirare varie tipologie di documenti a partire dal XII secolo: pergamene miniate di raffinata fattura, documenti a stampa arricchiti dal talento artistico di abili incisori, alberi genealogici e manoscritti celebrativi delle glorie della nobiltà locale. Fra questi ultimi, è molto interessante uno in cui sono rappresentati gli stemmi di 58 famiglie imparentate con il casato Saracino a cui è allegato anche l'albero genealogico a colori risalente alla prima metà del XVIII secolo. E poi ancora, il testamento vergato a Lecce il 10 novembre 1714 (ma si tratta di una copia del 1896) di Teresa Paladini, vedova di Berardino Verardi conosciuto come il fondatore del Conservatorio di Sant'Anna. Il luogo inaugurato a Lecce nel 1686 dove per due secoli hanno trovato asilo le donne delle più facoltose famiglie dell'aristocrazia salentina. Nel testamento la vedova modifica l'elenco delle famiglie nobili che devono essere sostenute ed entrare franche in detto Conservatorio escludendo chissà perché alcuni discendenti.
Ma, come si diceva, il pezzo forte della mostra resta il Codice di Maria d'Enghien che raccoglie disposizioni statutarie, regolamenti amministrativi e fiscali relativi alla città di Lecce e alla sua contea emanati dal 1372 al 1450. Più alcune aggiunte successive al 1473. Il Codice è denominato d'Enghien perché la maggior parte delle prescrizioni risalgono al governo della contessa divenuta poi regina di Napoli nel 1407 dopo aver sposato in seconde nozze Ladislao di Durazzo. Il Codice fu compilato o fatto compilare nel 1473 da Antonello Drimi (che poi fu sindaco) inglobando anche lo Statuto del 1445.
Al Codice è legato un mistero storico: in un'epoca non ben precisata il manoscritto scomparve dall'archivio cittadino per ricomparire solo nel 1873 nelle mani di Costantino Panarese che lo vendette alla Commissione conservatrice dei monumenti storici di Terra d'Otranto. Custodito fino al 1927 nel Museo Castromediano di Lecce, fu poi trasferito all'archivio provinciale, che più tardi divenne Archivio di Stato, dove tuttora si trova. Quale sia stato il suo destino durante gli anni in cui era andato perduto, non si sa.
La mostra è un viaggio nel tempo dal Medioevo ad oggi anche attraverso accurate planimetrie, prospetti di edifici storici, progetti di opere pubbliche e cimeli risorgimentali, seguendo il filo rosso della modernizzazione della società e della sua evoluzione dai modelli aristocratici a quelli democratici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA