I giocatori a pranzo e i ladri nello spogliatoio: partita rinviata. «Rubati i borsoni, non potevamo giocare in calzini»

I giocatori a pranzo e i ladri nello spogliatoio: partita rinviata. «Rubati i borsoni, non potevamo giocare in calzini»
di Alba DI PALO
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Martedì 21 Febbraio 2023, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 08:57

Una gara all'ultima rete sfumata per un furto. Spalti su cui erano pronte a sventolare le bandiere gialloblù, rimaste invece ammainate. «Per noi era impossibile scendere in campo: i miei ragazzi non potevano di certo giocare in intimo e calzini».


La voce di Giuseppe Orecchia, ex trequartista e ora responsabile tecnico della squadra di calcio Top player Minervino Murge è ancora adirata e dispiaciuta. Perché domenica scorsa a Vieste, città del foggiano raggiunta per disputare la 20esima di campionato di prima categoria contro l'Atletico Vieste, sarà ricordata come la «giornata dei danni: economici e morali», dice. La squadra è stata derubata mentre pranzava in un ristorante della città. «Sono spariti documenti, zaini, borsoni e attrezzature: si sono volatilizzati in un attimo», riferisce e amaro commenta: «Una trasferta che ci è costata mille euro a cui ora dobbiamo sommare le spese per divise e scarpette ormai perdute. E se il giudice sportivo deciderà che il recupero dovrà essere disputato in un infrasettimanale, dovrò affrontare pure i pagamenti per i ragazzi: insostenibile».

Il viaggio

Dalla cittadina del nord barese, staff tecnico e calciatori sono partiti a bordo dei due pulmini griffati con loghi e colori societari, intorno alle nove del mattino. «Abbiamo fatto una passeggiata e a cinque minuti da mezzogiorno, ci siamo seduti a tavola.

I nostri mezzi erano a pochi metri dall'ingresso del ristorante», prosegue Orecchia. Il pasto è filato liscio seguendo i diktat del menù sportivo pre gara: pasta leggermente colorata da pomodoro, prosciutto crudo e grana e per finire un pezzo di crostata. «Abbiamo saldato il conto ma appena varcata la porta del ristorante davanti ai nostri occhi si è palesato lo scempio: i pullmini erano stati svaligiati», sostiene Orecchia che è anche il marito della presidente, Maria D'Angella. Con lei ha creato la società dieci anni fa e che goal dopo goal si è consolidata.


Dal 2013 a oggi mai le domeniche tra spogliatoi e rettangoli verdi erano state macchiate da episodi simili. «Siamo riusciti a dare uno sguardo alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato un'auto arrivare e avvicinarsi ai nostri mezzi. Sono spuntate due persone, velocissime nel forzare gli sportelli e cannibalizzare i mezzi. Ora quei frame sono al vaglio dei carabinieri a cui abbiamo sporto denuncia: spero in novità a breve», auspica l'ex calciatore che si arrovella tra sospetti e amarezze.

Le ipotesi


«Ci siamo sentiti soli domenica, non abbiamo avuto alcun supporto», commenta e ipotizza: «Quanto successo mi sembra una coincidenza strana: chi ha agito con mano lesta lo ha fatto a colpo sicuro sapendo che eravamo lì, conoscendo i nostri tempi e orari. Sa com'è: a pensare male si fa peccato ma di solito non si sbaglia». La squadra di Minervino è in zona play off, l'Atletico Vieste invece è ultimo in classifica. E se pare che due giorni fa non sia stata magnanima con gli ospitati, sui social la squadra del foggiano ha profuso scuse e speranze di giustizia parlando di «atto vile e ignobile» che «non appartiene alla cultura sportiva della città». La decisione del giudice sportivo è attesa per domani. «Confidiamo che si consegnino alla giustizia i responsabili: lo merita anche la reputazione sportiva della nostra città», conclude l'Atletico Vieste.
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