Vieste, fuochi d'artificio per l'evasione del boss? Il sindaco chiarisce: «Erano per un compleanno»

Vieste, fuochi d'artificio per l'evasione del boss? Il sindaco chiarisce: «Erano per un compleanno»
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Sabato 25 Febbraio 2023, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 19:40

Fuochi di artificio sono stati fatti esplodere ieri sera intorno alle 22.00 a Vieste, paese di origine di Marco Raduano, il boss 40enne ritenuto al vertice dell'omonimo clan garganico che è evaso poche ore prima dal carcere di massima sicurezza di Badu 'e Carros a Nuoro in Sardegna. Secondo prime indiscrezioni, i fuochi d'artificio sarebbero stati sparati da affiliati al clan proprio per festeggiare l'evasione dell'uomo che è riuscito a fuggire calandosi con delle lenzuola annodate dal muro perimetrale. Ma il sindaco smentisce, chiarendo che i fuochi sono stati esplosi nel corso di una festa di compleanno.

Il sindaco

“I fuochi d’artificio non riguardavano i festeggiamenti per l’evasione di Marco Raduano”, ma “la festa di compleanno di una 40enne presso un noto locale nella zona portuale”. Lo ha chiarito il sindaco della città garganica, Giuseppe Nobiletti. “La nostra città intera – ha aggiunto il primo cittadino sui social - ha accolto la notizia dell'evasione con grande tristezza e preoccupazione.  Siamo fiduciosi però che le forze dell'ordine al più presto assicureranno l'evaso nuovamente e definitivamente alla giustizia”.

La caccia all'uomo

La caccia all’uomo, con controlli e posti di blocco in porti e aeroporti, ha un occhio particolare proprio sul Gargano.

Il 39enne Raduano – detto “Pallone” o “Woolrich” – è stato ritratto dalle immagini di videosorveglianza (diffuse da una tv locale sarda) mentre si calava dal muro di cinta dell’istituto penitenziario di massima sicurezza con un lenzuolo, per poi scappare nelle campagne circostanti. Raduano, tra gli elementi di spicco del gruppo mafioso garganico Lombardi-Scirpoli era detenuto da circa cinque anni al regime del 41bis, dove stava scontando una condanna definitiva di 19 anni di reclusione (diventata tale dopo la decisione dei giudici della Suprema Corte del 1 febbraio scorso) per associazione a delinquere e traffico di droga aggravato dal metodo mafioso. Raduano fu arrestato nel 2018 nell’ambito dell’inchiesta “Neve di marzo”, portata a termine dai carabinieri del comando provinciale di Foggia. Tra gli arrestati c’era anche il braccio destro del boss, il 30enne Gianluigi Troiano detto “U minorenn”, pregiudicato viestano, evaso dagli arresti domiciliari nel dicembre 2021 da Campomarino (Campobasso) e ancora attivamente ricercato: sarebbe lui a reggere, in questo momento, il clan. Raduano, inoltre, è a processo anche per l’operazione “Omnia Nostra” che registrò 32 arresti a carico dell’intero gruppo criminale: per il boss viestano, c’è anche l’accusa di aver preso parte all’omicidio di Giuseppe Silvestri, ammazzato a Monte Sant’Angelo il 21 marzo 2017.  Per quell’agguato è stato condannato in primo grado all’ergastolo il 52enne di Margherita di Savoia, Matteo Lombardi detto “il carpinese”. Secondo alcuni pentiti, Silvestri sarebbe stato ucciso per vendicare la morte di Gianpiero Vescera, cognato di “Pallone”. Raduano è accusato anche di concorso in omicidio, per l’uccisione del 31enne viestano Omar Trotta, freddato nel suo ristorante “L’antica bruschetta” nel luglio 2017. In ultimo, Raduano è sotto processo per il tentato omicidio di Giovanni Caterino, basista della strage di San Marco in Lamis. Tutti episodi che si inseriscono nella rivalità tra il clan di cui Raduano fa parte con un ruolo apicale e quello dei Montanari - Li Bergolis-Miucci-Lombardone.  “È una evasione beffa quella a cui abbiamo assistito ieri – ha detto il pugliese Domenico Mastrulli, segretario generale nazionale di Coosp -. Come sindacato mi auguro che il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il capo dipartimento ci possano convocare per un tavolo di confronto sulle tematiche delle carceri italiane e sullo stato della polizia penitenziaria”.

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