Disfatta Italia, Abete: non mi dimetto
Petrucci: no a processi sommari

La delusione di Quagliarella e Cannavaro dopo Italia-Slovacchia
La delusione di Quagliarella e Cannavaro dopo Italia-Slovacchia
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Giovedì 24 Giugno 2010, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 11:53
ROMA (25 giugno) - Vergogna e lacrime. Torna a casa, dopo tre partite e neanche una vittoria, quella che stata gi definita la peggiore nazionale della storia, pi brutta anche di quella eliminata dalla Corea 44 anni fa.
Umiliazione storica. Non era mai accaduto che gli azzurri non vincessero neanche una partita a un Mondiale ed era dal '74 che la nazionale non veniva eliminata al primo turno. L'Italia di Marcello Lippi, sconfitta 3-2 dalla Slovacchia nell'ultima partita del girone, è apparsa vecchia, senza forze, senz'anima e senza idee, a parte una fiammata di pochi minuti nel finale del secondo tempo. Una tentativo di rincorsa, favorito dall'ingresso di Quagliarella, il più in forma degli azzurri, che aumenta solo i rimpianti. E i rimorsi per aver lasciato a casa campioni come Totti, Cassano e Balotelli.



Lippi si è assunto subito tutta la colpa del disastro. «Mi prendo tutte le responsabilità, se la squadra è entrata con terrore nelle gambe e nel cuore vuol dire che l'allenatore non ha preparata bene la gara sul piano tattico e psicologico», ha detto il ct dopo la sconfitta.



Anche i calciatori non hanno cercato alibi, che comunque non ci potevano essere (fra l'altro la palla salvata sulla linea da Skrtel non era entrata del tutto e sul gol annullato a Quagliarella il fuorigioco c'era, seppure millimetrico). Rino Gattuso, che ieri ha giocato un tempo, è stato il più chiaro, come al solito: «Siamo dei caproni», ha detto senza giri di parole ai microfoni della Rai. «Quando abbiamo vinto il Mondiale ci hanno fatto cavalieri del lavoro ora ci faranno cavalieri della vergogna: è giusto così», ha aggiunto.



Stasera gli azzurri si imbarcheranno dal Sud Africa per tornare in Italia, dove arriveranno sabato mattina. Un rientro mesto e sconsolato che chiude il ciclo culminato con il trionfo di Berlino di 4 anni fa. Poi il testimone della nazionale passerà al nuovo ct, Cesare Prandelli, a cui Lippi ieri ha fatto gli auguri di buon lavoro. All'ex allenatore viola il compito di ricostruire la nazionale, dopo il fallimento totale di Lippi 2010.



Abete: non mi dimetto.
Vacilla intanto la poltrona del presidente federale Giancarlo Abete, che però oggi in sostanza ha detto: non mi dimetto. «Se il problema delle dimissioni è legato alla scelta di Lippi, non si pone», ha sottolineato il presidente federale. «Ho fatto una scelta, quella di Marcello Lippi, che non rinnego - ha aggiunto -. Dopo gli Europei 2008 abbiamo preso il tecnico che ci ha fatto vincere il Mondiale», ha detto ancora Abete. «Mi assumo completamente la responsabilità per la scelta del tecnico, che ha tutte le autonomie decisionali per il proprio ruolo. Questo è accaduto per Roberto Donadoni e accadrà per Cesare Prandelli, fa parte della linea politica della federazione». «C'è grande tristezza, ma abbiamo l'obbligo di ripartire, il primo luglio presenteremo Prandelli», ha aggiunto Abete. «Bisogna avviare - ha proseguito - una riflessione sulla crisi strutturale del calcio italiano».



Petrucci: no a processi sommari. «È andata come è andata, ma la mia esperienza sportiva mi ha insegnato a non fare processi sommari e ad analizzare le cose a freddo», ha commentato il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che ritiene prematuro un processo alla fallimentare spedizione azzurra. «L'eliminazione dell'Italia al primo turno rappresenta un momento amaro per il calcio e per tutto lo sport italiano», ha poi aggiunto.



Cannavaro: è peggio della Corea. «È stata una delle serate più brutte, nessuno si sarebbe aspettato un mondiale così e che l'Italia finisse ultima nel girone, sapevamo che vincere il mondiale sarebbe stato molto difficile, ma la speranza era di andare avanti. Come la Corea? Questa è una sconfitta peggiore», ha detto il capitano azzurro Fabio Cannavaro nella sua ultima conferenza stampa da capitano azzurro. «Dobbiamo voltare pagina tutti, se restiamo a questo punto ci mettiamo altri 26 anni a vincere un mondiale, e l'Italia non può permetterselo. Fenomeni in giro non ne vedo - ha continuato - rispetto Cassano ma con lui abbiamo fatto due Europei e non li abbiamo vinti».



«Non mi vergogno di dire che ieri ho pianto, dopo 14 anni di azzurro. Ma nulla potrà mai cancellare quello che abbiamo fatto nel 2006, perché se questa maglia azzurra è più pesante è perchè la quarta stella ce l'abbiamo messa noi», ha detto ancora Cannavaro.





La disfatta. Italia sconfitta dalla Slovacchia 3-2 e fuori dai mondiali, con l'inguardabile bilancio di 0 vittorie, due pareggi e una sconfitta. Non è bastato a Lippi cambiare per la terza volta il modulo (4-3-3) e far entrare nella formazione iniziale Gattuso e Di Natale, e poi Pirlo, per bilanciare le tre reti messe a segno da Vittek (due), centravanti della sconosciuta formazione turca dell'Ankara Gucu, e dalla riserva Kopunek su assist da fallo laterale. La rincorsa che era riuscita contro Paraguay e Nuova Zelanda, questa volta non è praticamente mai iniziata.



Gli azzurri hanno giocato
il consueto, disastroso, primo tempo nel quale è arrivato il solito gol regalato, stavolta da De Rossi. Nell'intervallo Lippi si è smentito facendo uscire Gattuso insieme a Criscito. La squadra è molto cresciuta soprattutto grazie all'innesto di Quagliarella e per un quarto d'ora ha giocato bene, poi ha preso il gol del raddoppio, ha perso lucidità ma è andata avanti con la forza della disperazione: un tiro di Quagliarella ribattuto sulla linea (difficile dire se dentro o fuori), poi la rete di Di Natale. Un altro gol di Quagliarella annullato per fuorigioco, quanto meno millimetrico, poi ancora un regalo della difesa per il 3-1 della Slovacchia. Nei minuti di recupero il solito Quagliarella, fin qui trascuratissimo da Lippi, ha messo dentro il 3-2 ma non c'era più nulla da fare. Troppo poco e troppo tardi, azzurri a casa da ultimi del girone, esattamente come la Francia, protagonista con l'Italia della finale mondiale di quattro anni fa. Per mano, ironia della sorte, di una matricola del mondiale, alla sua prima vittoria. E nel glorioso Ellis Park di Invictus, altro sport, altra gente, altra tempra.



Primo tempo.
Subito due tiri, uno senza speranza di Di Natale da metà campo, l'altro di Iaquinta (in fuorigioco) che sbaglia tutto, ma la prima occasione è della Slovacchia. Hamsik, solo davanti a Marchetti, sbaglia. Attaccanti azzurri poco assistiti, Zambrotta limita le sue discese. Poco pressing, soprattutto a centrocampo, dando agli slovacchi il tempo per impostare l'azione. Quando l'Italia prende palla, invece, fatica a costruire gioco. Il gol della Slovacchia è un regalo degli azzurri: errore di De Rossi in disimpegno, palla a Vittek (con Chiellini che chiude in ritrado) e Marchetti battuto nell' angolino destro. Partita brutta, la Slovacchia non merita il vantaggio, ma l'Italia non tira in porta. Lo fanno invece gli slovacchi e al 33' Marchetti è costretto in angolo da Strba. Al 37' primo tiro azzurro, debole e fuori. Autore Montolivo, per il resto la reazione azzurra non c'è. Partita interrotta per un infortunio a Skrtl e nel recupero ancora Slovacchia pericolosa con un tiro fuori di Kucka. Il primo tempi finisce così e il vantaggio slovacco è meritato.



Secondo tempo.
Ripresa con rivoluzione azzurra: dentro Maggio e Quagliarella al posto di Criscito e Gattuso. Italia con quattro punte e Lippi smentisce dopo 45' l'unica novità vera: l'inserimento di Gattuso. Al 10' prima azione pericolosa: da Maggio in profondità a Di Natale che calcia fuori. Terzo ed ultimo cambio di Lippi: fuori Montolivo, dentro Pirlo. L'Italia sembra più veloce e convinta e Quagliarella il più vivace. Al 17' Di Natale va al tiro dopo uno scambio con Quagliarella, Mucha blocca in due tempi. L'Italia cresce di intensità al 21' un tiro di Quagliarella viene ribattuto sulla linea a portiere battuto da Skrtel: palla forse dentro o forse no. E' il momento migliore degli azzurri. E' un'altra Italia. Come spesso accade nel calcio, nel momento migliore arriva il gol degli avversari: cross da destra, ancora Vittek anticipa Chiellini e Italia sotto di due gol. Al 34' Italia meritatamente in gol: azione propiziata ancora una volta da Quagliarella, ribattuto il suo tiro e Di Natale mette in rete. L'Italia raddoppia le energie. Al 39' Quagliarella va in gol, l'arbitro annulla per un fuorigioco di millimetri, ma è la Slovacchia a chiudere la partita con un gol da oratorio. Kopunek, appena entrato, viene servito, direttamente su fallo laterale, sguscia fra tre azzurri e batte Marchetti. Quagliarella riaccende qualche speranza nel recupero con un bel pallonetto che batte Mucha, ma non c'è più niente da fare. Gli slovacchi perdono tempo in modo esagerato restando per terra ad ogni contatto. Un po' di sfortuna stavolta, è vero, ma giocare bene un quarto d'ora non può bastare per andare avanti in un mondiale.



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Slovacchia-Italia 3-2

Slovacchia (4-3-1-2): Mucha; Pekarik, Skrtel, Durica, Zabavnik; Strba (40' st Kopunek), Kucka, Stoch; Hamik; Jendrisek (47' st Petras), Vittek. Ct Weiss



Italia (4-3-3): Marchetti; Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Criscito (1' st Maggio); Gattuso (1' st Quagliarella), De Rossi, Montolivo (15' st Pirlo); Pepe, Iaquinta, Di Natale. Ct Lippi



Arbitro: Webb (Inghilterra)



Reti
: 25' pt Vittek, 28' st Vittek, 34' st Di Natale, 41' st Kopunek, 46' st Quagliarella



Angoli: 6 a 3 per la Slovacchia.



Recupero: 3' e 4'.



Ammoniti Strba, Vittek, Pekarik e Cannavaro per gioco falloso; Mucha e Quagliarella per comportamento non regolamentare.



Spettatori 55.000