Cartelle esattoriali, la rottamazione parte in anticipo: moduli pronti

Cartelle esattoriali, la rottamazione parte in anticipo: moduli pronti
di Mario Fabbroni
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Mercoledì 7 Novembre 2018, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 19:39
La rottamazione delle cartelle esattoriali inizia prima. Sarà la voglia di dimostrare di essere pronti a incassare risorse in grado di alimentare i prossimi provvedimenti in Manovra, ma sono già disponibili i moduli per aderire alla definizione agevolata 2018, la cosiddetta rottamazione-ter delle cartelle.
Con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza del 13 novembre prevista dal Decreto, sul portale e presso gli sportelli dell'Agenzia delle entrate-Riscossione ecco i due modelli da utilizzare per la presentazione delle domande: modello DA-2018, utilizzabile per i carichi affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 e il modello DA-2018-D destinato ai contribuenti che intendono definire in maniera agevolata i debiti affidati alla riscossione a titolo di risorse proprie dell'Unione Europea. È evidente che il Governo si aspetta un gettito importante da questa misura di pace fiscale.
Eppure sono stati riproposti i dubbi dei tecnici del Servizio Bilancio di Camera e Senato sugli incassi della rottamazione-ter e sulle coperture delle misure derivanti dai tagli ai ministeri. Su quest'ultimo punto, in particolare, «andrebbero acquisite conferme sulla capacità dei ministeri di realizzare effettivamente, senza pregiudizio per gli obiettivi previsti nel corrente anno, 589 milioni di euro di risparmi che aumentano a 818,8 milioni di euro in termini di fabbisogno e indebitamento netto, mancando ormai soltanto poco più di due mesi dalla fine dell'esercizio», si legge nel dossier.
Come se non bastasse, ecco la richiesta di una norma che favorisca una compensazione in favore dei Comuni che si vedranno annullare tutti i contenziosi previsti invece finora dalle cartelle esattoriali con un valore da corrispondere minore ai 1000 euro. L'Anci ha formalizzato la richiesta di compensazione economica alla coalizione giallo-verde, anche perché i presunti mancati introiti (pur trattandosi di contenziosi riferiti a un periodo teoricamente non esigibile, quello 2000-2010), vengono calcolati pari a una somma tra i 3 ed i 5 miliardi di euro.
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