Rosaria Iardino e la morte di Fernando Aiuti: «Il nostro bacio un richiamo al coraggio di parlare di Aids»

Rosaria Iardino e la morte di Fernando Aiuti: «Il nostro bacio un richiamo al coraggio di parlare di Aids»
di Rosaria Iardino
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Gennaio 2019, 16:44 - Ultimo aggiornamento: 20:16

«La scomparsa di Fernando Aiuti mi addolora moltissimo. Ci sono uomini - scrive Rosaria Iardino, presidente di The Bridge - che per il valore che sanno apportare alla comunità scientifica e culturale dovrebbero godere dell’immortalità. Ma a rifletterci meglio, per Fernando è cosi. Esile e nerbuto ha affrontato il passaggio su questa terra da vero campione di pesi massimi, una specie di predicatore nel deserto che per primo ha capito che il medico da solo, nella lotta a questo Giano bifronte non sarebbe bastato. Allora si è dotato di un paziente, un alleato, uno per dire “guarda se ci credi come puoi vivere».


Rosaria Iardino e Fernando Aiuti nel 1991 a Cagliari 



«In fondo la medicina è empirica e prima delle confutazioni e delle prove è molto simile alla stregoneria. Ma lui dello stregone non aveva nulla. Era un uomo di scienze che aveva capito che senza informazione, divulgazione, prevenzione e cura l’AIDS poteva fare molti più cadaveri di una guerra. L’HIV è una malattia subdola perché confonde la percezione con una certezza, la più incerta di tutte “a me non può succedere”. Quanti pomeriggi a fare marketing più che scienza con Fernando… Fino al gesto: un bacio. Un bacio per scuotere, provocare, evocare e liberare centinaia di malati ghettizzati. Ne andava fiero Ferdinando che addirittura si appellava dicendo “io sono Aiuti quello dell’AIDS” in barba a chi neanche lo nominava lui lo combatteva l’AIDS. Lo abbiamo combattuto e in parte lo abbiamo vinto finchè non abbiamo ricominciato a sentirci saldi e al sicuro. La pantomima del medico e il paziente aveva finito l’effetto marketing ma l’HIV non aveva mai smesso».
 




«Cosi ci siamo risvegliati una trentina di anni dopo con numeri da capogiro che incoronano Milano tra le città europee più infette. Proprio adesso il mio alleato, il mio partner, passa a miglior vita ma non passa il suo coraggio e il suo sapere. Oggi mi è ben chiaro che il nostro bacio altro non fu che un richiamo al coraggio di parlare, di andare avanti con lo studio e con la ricerca, di informare e di curarsi. Oggi devo, dobbiamo ripartire da quel gesto simbolico per salutare degnamente il Gigante Aiuti. Ne sento forte la responsabilità che ahimè già lo era abbastanza. Dobbiamo saper parlare ai giovani con i loro nuovi mezzi di comunicazione, dobbiamo riparlare alle scuole, alle istituzioni, alle famiglie, a noi stessi solo così possiamo vincere questa lotta prima di civiltà e poi di scienza.
Ecco, Fernando era per prima cosa un uomo per bene, di buon senso.
Poi era l’immunologo. Ecco perché ha saputo essere anche paziente tutte le volte che io ero meno brava a reggere il ruolo
».
 
 
 
di Rosaria Iardino, presidente The Bridge, alla notizia della scomparsa dell’immunologo Aiuti.
















Questo il commento del presidente dell'associazione The Bridge, alla notizia della scomparsa dell'immunologo Aiuti. Iardino e Aiuti nel '91 si baciarono sulla bocca di fronte alle telecamere, per dimostrare all'opinione pubblica che il bacio profondo non trasmette l'Aids.

© RIPRODUZIONE RISERVATA