Nuovo raduno a Napoli, dove duemila persone si sono raccolte nell'area di Piazza Vanvitelli e nel corso pedonale di Via Scarlatti, per protestare contro i provvedimenti del governo e della Regione Campania per il covid19. «Due metri di dissenso, prima sostegno e poi lockdown» è il cartello che circa trenta di loro tengono in mano nel corso di un sit in in via Scarlatti, protestando per la chiusura dei locali alle 18 e per il crollo del lavoro di attività come le palestre. I manifestanti scandiscono «libertà, libertà». L'area - nel quartiere Vomero - è presidiata da molte camionette delle forze dell'ordine.
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I manifestanti contro le restrizioni del Dpcm si sono mossi in corteo attraverso le aree pedonali del quartiere Vomero, preceduti da un grande manifesto con la richiesta di «tutele sociali per tutti».
«Il nuovo stop ai locali con la chiusura alle 18 è prima di tutto un colpo ai dipendenti, alla classe operativa dei bar che oggi si ferma di nuovo e non ha sostegno da uno Stato che sta pagando ora le casse integrazione di maggio. E' molto pericoloso».
Lo afferma Diego Guida, gestore di bar e uno dei promotori della manifestazione di imprese in corso nel quartiere Vomero, a Napoli. «Il tracciamento non funziona - spiega Guida - lo Stato si è trovato con questa seconda ondata che tutti si aspettavano ma ci chiediamo, che hanno fatto in questi mesi? Perché non hanno preparato la sanità? Intanto noi siamo già indebitati e schiavi delle banche». In piazza anche molti gestori di palestre, chiuse: «Già dal primo ottobre - spiega il titolare di una palestra in centro a Napoli - quando De Luca fece trapelare il rischio di stop, siamo soli in palestra, ma abbiamo restrizioni e pochissimi incassi da maggio. Ci stiamo indebitando per gli affitti, io pago 4000 euro ma di certo ora non li guadagno. Lo Stato ci sta abbandonando come se dalle nostre sale fosse nato il covid». A manifestare anche gruppi di persone senza mascherina che vedono il Covid come «un progetto per ridurci alla fame e venderci alla Cina», mentre una docente indossa la maschera di Vincenzo De Luca: «Protesto contro di lui - dice Paola - perché ha chiuso la scuola e la didattica a distanza non ha lo stesso valore. Le misure sono rispettate dai presidi che ci hanno lavorato tutta l'estate e non è giusto che gli alunni delle scuole superiori vengano bloccati a casa».