Allarme droga nel Salento: in salita l'uso di hashish e di stupefacenti sintetici

Allarme droga nel Salento: in salita l'uso di hashish e di stupefacenti sintetici
di Maddalena MONGIÒ
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Sabato 11 Agosto 2018, 14:27
Impennata di hashish e droghe sintetiche e ricomparsa dell'eroina. Questo il mercato illegale della droga, nel Salento documentato nella Relazione annuale 2017 della Direzione centrale per i servizi antidroga e nei report mensili del 2018. Si parla di narcotraffico, dunque, che arruola anche i minorenni: 5 nel primo semestre del 2018 e si tratta di un dato in crescita visto che nel 2017 sono stati 10 i minorenni salentini che le forze dell'ordine hanno preso con le mani nel sacco. Uno spaccato impietoso, quello che emerge dalla Relazione dove tra percentuali e numeri assoluti emerge un Salento al secondo posto, tra le province pugliesi (al primo si trova Bari), per numero di operazioni antidroga: 295 nel 2017, 117 nei primi sei mesi del 2018. Anche per i sequestri di sostanze stupefacenti Lecce è seconda solo a Brindisi (30,99 per cento) con il 25,73 per cento di droghe sottratte agli spacciatori grazie all'azione delle forze dell'ordine. Seguono Foggia con il 19,17 per cento; Bari con il 14,80 per cento, Bat 7,68%; Taranto 1,62%.
E non solo. Le impennate nei sequestri di sostanze stupefacenti sono da brivido. Nei primi sei mesi del 2018 sono stati sequestrati 2.238,646 chilogrammi di droghe ed è ricomparsa sul mercato l'eroina che sembrava essere una sostanza ormai archiviata dai consumatori in cerca dello sballo. Chi sono gli spacciatori? Stando alle persone denunciate, il mercato dello spaccio è gestito perlopiù da italiani tra i 20 e i 40 anni, mentre gli stranieri sono presenti in percentuali minori con prevalenza di albanesi e i gambiani. In Puglia, lo scorso anno, sono stati denunciati 1.940 uomini e 136 donne; gli uomini di nazionalità straniera 188 e le donne 7. Peso piuma quello degli stranieri, nel mercato dello spaccio in Puglia visto che la percentuale di incidenza, rispetto al dato nazionale, è dell'1,40 per cento. Percentuale che riguarda sempre il numero di chi è caduto nella stretta delle forze dell'ordine, ma comunque in controtendenza con i dati nazionali. «Una specifica sottolineatura è da riservare anche al dato relativo agli stranieri coinvolti nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti si legge nella Relazione della Direzione centrale per i servizi antidroga - . In linea con le rilevazioni degli anni precedenti, il loro numero, circa 14mila unità, di cui oltre 10.122 in stato di arresto (+9,21 per cento rispetto all'anno precedente), continua a rappresentare il 40 per cento di tutti i denunciati per questo tipo di reato. Si tratta, in prevalenza, di manovalanza extracomunitaria per gran parte di provenienza marocchina, albanese, nigeriana, tunisina, gambiana e senegalese addetta alla diffusione capillare dello stupefacente nelle piazze di spaccio nazionali, tenuto conto che tale numero si riduce a meno di 500 unità laddove si prenda in considerazione la partecipazione al medesimo reato nella sua dimensione associativa».
Tra i vari mezzi utilizzati dai trafficanti, quello su cui ha puntato l'attenzione la Direzione centrale per i servizi antidroga riguarda «il contenimento del fenomeno del narcotraffico perpetrato attraverso il metodo del cosiddetto rip-on rip-off, ossia la spedizione della droga posizionata all'interno di container utilizzati per il trasporto di merci lecite, spesso in transito nei porti di caricamento dello stupefacente, previa sostituzione dei sigilli doganali». Come ovviare? «Ricorrendo alle potenzialità offerte dalla tecnologia, - viene spiegato nella Relazione un sigillo elettronico applicato al container, in sostituzione di quelli di corrente utilizzo, potrebbe garantire l'integrità del carico, segnalando, via web, effrazioni finalizzate all'occultamento dello stupefacente. La proposta ha suscitato iniziali consensi ma ci vorrà del tempo per capire se potrà superare resistenze e difficoltà applicative».
E mentre le forze dell'ordine stanno sul campo per contrastare questo mercato illegale, sull'altra sponda ci sono i consumatori di sballo. «Dobbiamo interrogarci sulle ragioni che spingono la società alla ricerca della dipendenza afferma Valentina Cremonesini, sociologa a UniSalento e che hanno varie forme, non si tratta solo di quella verso le droghe. C'è la ludopatia, la dipendenza da alcol e da videogiochi. Dipendenze legate alla grande solitudine che attraversa queste generazioni incapaci di creare reti sociali».
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