«Andrea ucciso da quella maledetta strada»

«Andrea ucciso da quella maledetta strada»
di Matteo Caione
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Sabato 26 Maggio 2018, 23:44 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 10:27
Andrea Lopez avrebbe compiuto 32 anni il prossimo novembre. Era un ragazzo molto conosciuto a Monteroni, non solo e non tanto per le sue origini che lo legavano alla famiglia nobiliare dei Lopez Y Royo. Un giovane solare e brillante che sorrideva e ammiccava alla vita, capace di sognare e progettare il futuro.
Il 31enne lascia la madre, la fidanzata e i fratelli. E incredulità e sgomento sono i sentimenti che ieri sera, come un macigno, hanno preso il sopravvento tra i suoi amici. La parrocchia dell’Ausiliatrice, che sorge a poca distanza dal luogo della tragedia, ha sospeso i fuochi d’artificio e i concerti organizzati per i tradizionali festeggiamenti della comunità. Un appuntamento all’insegna dell’allegria e del divertimento che ben presto ha assunto il sapore amaro di un vino spunto.
Il dolore si è riversato anche sulla sua pagina Facebook: «Eri come un fratello, non ci posso credere», hanno scritto più volte i suoi amici di sempre.
Insieme alla sua famiglia, Andrea Lopez era impegnato nell’azienda e nella tenuta della “Torre del Saetta”, una struttura attiva anche come B&B, ristorante e pizzeria, tra ulivi e aranceti, proprio a meno di un chilometro dal luogo della tragedia.
Un posto familiare che il 31enne ieri sera stava raggiungendo mentre è andato incontro alla morte. Intanto, insieme al dolore è esplosa anche la rabbia per le condizioni del manto stradale in quel tratto della Monteroni-Copertino: «Siamo ancora al cospetto di vittime della strada che pesano sulla coscienza e sulle omissioni di tanti», denuncia uno dei residenti della zona, Antonio Margiotta, del Comitato per l’ordine e il decoro urbano. «Quel tratto di provinciale - afferma - che va dal semaforo fino alla curva dove è morto il ragazzo, e dove anni fa perse la vita un altro monteronese, è dissestato e le auto corrono forte. Ecco quindi che soprattutto una bicicletta o una moto rischiano di avere la peggio nel tentativo di scansare le insidie dell’asfalto sconquassato. Un pericolo che ho segnalato più volte a chi di dovere. E purtroppo nulla è stato fatto per la manutenzione di quel tratto».
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