«Braccianti, a Nardò un villaggio modello»

«Braccianti, a Nardò un villaggio modello»
di Pierpaolo SPADA
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Venerdì 10 Agosto 2018, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 12:37
In tour tra i container dei braccianti di Nardò dopo la manifestazione dei berretti rossi di Foggia. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, ieri mattina, si è presentato al villaggio di accoglienza Boncuri (dove sono 79 gli ospiti) con la t-shirt della Protezione civile, e, davanti ai volontari che gestiscono la struttura, al sindaco Pippi Mellone, al viceprefetto Guido Aprea e ai vertici delle forze dell'ordine, ha detto: «Sono venuto qui per dimostrare a tutta l'Italia e al mondo intero qual è il modello di accoglienza della Regione Puglia e per ringraziare la comunità di Nardò».
La visita del governatore segue di 24 ore il vertice svoltosi in Prefettura a Lecce durante il quale l'assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo, ha annunciato l'avvio in 48 ore, dunque da oggi, del servizio di trasporto pubblico affidato a Cotrap. «Un autobus da 50 posti sarà attivo per 40 giorni dalle 4.30 alle 20, per accompagnare e riprendere presso le aree presenti nella mappatura fornita da Coldiretti i lavoratori interessati» ha spiegato, presente ieri a Nardò, il dirigente Roberto Venneri. A margine del tavolo prefettizio era scoppiata anche la polemica tra i sindacati, Cgil in testa, e il sindaco di Nardò a causa del regolamento interno del campo. La Cgil ritiene che il testo abbia uno stampo razzista, autoritario e lesivo della dignità dei migranti e, grazie alla condivisione della Prefettura, ne ha ottenuto la sospensione. Il regolamento sarà, dunque, riscritto. Ma, sul punto, Emiliano ha preferito non buttare benzina sul fuoco: «Adesso lasciamo stare le polemiche di dettaglio. Questo - ha detto - è il modello dell'accoglienza dei lavoratori in agricoltura, italiani o di qualunque altra nazionalità, che vengono in Puglia per lavorare».
Il presidente si è quindi concentrato sulla descrizione della progettualità dell'ente in tema di accoglienza: «Abbiamo installato diversi campi in Puglia, questo è quello per ora più importante e più grande. In Capitanata, ce ne sono due già funzionanti. Altri due attendono i permessi urbanistici per essere costruiti. A Nardò i permessi li abbiamo ottenuti rapidamente grazie a un'amministrazione comunale che è stata la prima a fare un'ordinanza per vietare il lavoro nelle ore di maggiore insolazione. Ed è la sensibilità quella che ha cambiato le sorti della battaglia e ci ha consentito già dall'anno scorso di avere questo campo la cui apertura sarà prorogabile fin quando ci sarà gente che avrà voglia di lavorare».
«Boncuri modello da esportare», dunque. La formula rimbalza da ieri ovunque grazie, soprattutto, al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che, presente nelle scorse ore in Puglia, ha chiesto lumi alla Prefettura di Lecce per tentare di replicare il modello altrove. Ieri Emiliano ha espresso la qualità di tal modello: «Io vorrei che il modello Boncuri fosse conosciuto da tutta l'Italia perché non vorrei che passasse l'idea che la Puglia fa dormire i propri lavoratori nelle rovine, nei campi, in mezzo all'immondizia, lasciando queste persone in mano ai caporali. Questo passaggio in Capitanata è molto più difficile per diversi motivi. Qui c'è la Polizia, ci sono i vigili urbani, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Asl che assicura le cure e c'è un modo civile anche di anagrafare le persone, perché qui, per entrare, si deve fornire nome e cognome. I gestori devono sapere chi è l'ospite, i clandestini non possono entrare. Si accede solo con un contratto di lavoro e quando la polizia vuole controllare una persona sa da dove esce e da dove arriva».
Ma il governatore ha anche detto che il modello di gestione dovrà cambiare. Appello alle imprese, poi: «Questo sistema la Regione Puglia se l'è inventato due anni e mezzo fa. Non era nella nostra specifica competenza, quindi abbiamo preso dei soldi del contribuente pugliese e abbiamo aiutato le imprese, che avrebbero da sé dovuto sistemare i propri lavoratori. Mi rendo conto che i margini per le imprese in questa fase sono ridotti, noi però vorremmo con le imprese di tutta la Puglia condividere la gestione dei campi. Noi li costruiamo, ma è possibile pensare a un modello di gestione pubblico-privato. Se c'è un margine in agricoltura - così ha concluso Emiliano - deve remunerare anche la spesa per mantenere i lavoratori qui».
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