C’è anche la prova del Dna: il lupo è tornato nel Salento

C’è anche la prova del Dna: il lupo è tornato nel Salento
di Maurizio TARANTINO
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Sabato 25 Novembre 2017, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 13:52

C’è anche la prova del Dna: il lupo è davvero tornato nel Salento. Le analisi su un ovino predato a Boncore, nel territorio di Nardò, confermano la presenza del “Canis Lupus”.
Mancava la prova scientifica che adesso c’è. L’esame del Dna, infatti, ha certificato senza ombra di dubbio la presenza del lupo nel territorio di Nardò. Il Servizio Veterinario Area C della Asl Lecce ha effettuato dei campionamenti sui resti di un ovino trovato predato nelle campagne del Boncore, in agro di Nardò, nel cuore dell’Arneo, lo scorso mese di agosto, al fine di identificare la specie del soggetto predatore tramite analisi genetiche dei campioni biologici. La refertazione dei campioni è stata compiuta dall’Istituto zooprofilattico sperimentale, sezione di Taranto, che si è avvalso dell’Istituto zooprofilattico di Rieti per l’individuazione del genotipo individuale con la tecnica “microsatelliti”.
Gli esiti del Dna hanno certificato che l’animale predatore è riconducibile alla specie “Canis Lupus” (Lupo) e quindi la presenza dell’animale nel Salento.
Una presenza che da una parte rappresenta un fatto molto positivo per l’ecosistema del Salento, dall’altro, però, pone una serie di problemi, primo fra tutti la tutela degli allevatori.
La Legge regionale numero 27 del 1998, infatti, stabilisce che tutte le specie di mammiferi in stato di naturale libertà sono oggetto di tutela e il lupo è tra le specie “particolarmente protette”. Inoltre, la Regione Puglia ha stabilito nel 2015 i criteri e le modalità di corresponsione degli indennizzi dei danni provocati da fauna selvatica protetta a seguito di un’aggressione al patrimonio zootecnico, il cui accertamento spetta al Servizio Veterinario della Asl.
L’assessore all’Ambiente di Nardò, Mino Natalizio, il prossimo 1° dicembre parteciperà al convegno “La natura vive nei parchi”, organizzato a Gravina in Puglia dall’ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Un’occasione per confrontarsi sul tema dei progetti di conservazione della natura (e quindi anche della fauna) avviati nell’ambito della Direttiva Biodiversità del ministero dell’Ambiente e per firmare un Protocollo d’intesa che riguarda proprio il lupo e la procedura da intraprendere nel caso di ritrovamento di una carcassa di lupo sul territorio pugliese. Naturalmente, nell’ambito dei lavori del convegno, l’assessore Natalizio porterà il “caso” del lupo predatore di Boncore.
«Il ritorno di una specie protetta - dice Natalizio - è sempre una buona notizia, un indicatore ambientale indubbiamente positivo per tutto il territorio salentino. Il fatto che si tratti di un “canis lupus” non deve assolutamente scatenare sindromi e paure di nessun tipo, visto che in Italia la mortalità dei lupi per cause antropiche sembra essere già tra le cause più diffuse, siano queste accidentali, per collisioni con veicoli, o intenzionali, con arma da fuoco, trappole e veleno.

Certo, la convivenza con il lupo va gestita con equilibrio e ragionevolezza attraverso un protocollo tra allevatori ed enti interessati che contenga soluzioni efficaci e preventive capaci di ridurre i danni da lupo alla zootecnia e non solo».

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