La giornata, dunque, si è aperta con Salvemini che, con un post su Facebook ha offerto una propria valutazione di quanto accaduto nella serata precedente, riconoscendo a tutti il diritto a manifestare il proprio pensiero, ma allo stesso tempo scagliandosi contro chi si presenta «come difensore del territorio», e che invece manifesta «disprezzo verso luoghi come scuole e teatri, danneggiandoli intenzionalmente con scritte che, al di là del contenuto (in alcuni casi minaccioso e intimidatorio) altro non sono che manifestazioni di inciviltà». Salvemini assicura che sarà Palazzo Carafa a farsi carico dei costi: «Ci adopereremo immediatamente per ripristinare, a spese di tutti i leccesi, la pulizia dei muri imbrattati e al contempo per individuare i responsabili e chiedere loro il risarcimento dei danni». Un’ora dopo è arrivata l’offerta di Tap: «Siamo a disposizione per contribuire a sostenere la pulitura e il ripristino degli edifici e dei monumenti danneggiati ieri». Proposta a cui Salvemini, seccamente, risponde: «Grazie, ma è giusto, doveroso e opportuno che il Comune provveda da sé». E l’assessore all’Ambiente Carlo Mignone è sulla stessa linea: «Ritengo sia compito dell’amministrazione riparare i danni provocati dai fuoriusciti della manifestazione No Tap. Provvederemo alla pulizia dei beni pubblici deturpati in tempi brevissimi. Ritengo altrettanto giusto - prosegue Mignone - che si rimanga in attesa di conoscere dagli inquirenti i nomi di chi ha danneggiato la città, non solo per chiedere a costoro il ristoro dei danni subiti dalla comunità, ma anche e soprattutto per tutelare coloro i quali hanno solo esercitato, partecipando alla manifestazione, un legittimo atto di dissenso tutelato e garantito dalla nostra Carta costituzionale».
Un’impostazione seguita sostanzialmente da tutte le forze politiche che ieri sono tornate sull’argomento. I “sindaci No Tap” (in rappresentanza delle località più interessate dall’opera, ovvero Zollino, Vernole, Castrì, Calimera, Corigliano, Lizzanello, Melendugno e Martano), pur invitando Tap a non apparire «buonisti, nel tentativo di accreditarsi all’opionione pubblica» con l’offerta di pagare le spese di pulizia, «condannano nettamente le azioni vandaliche. Il rispetto dell’ambiente e della convivenza civile - aggiungono - vale ovunque, a San Basilio come a Lecce». I primi cittadini - tra cui c’è anche Marco Potì, uno dei più strenui oppositori dell’opera - rivendicano «l’importanza dell’azione civile di legalità intrapresa con tante associazioni del territorio».
Di segno opposto il commento di Gianluca Maggiore, portavoce del Comitato No Tap, che si scaglia contro i leccesi «perbenisti»: «A me stanno sul c... le scritte sui muri - dice Maggiore sul suo profilo Facebook - ma di più mi sta sul c... l’ipocrisia e la strumentalizzazione». L’attivista fa riferimento alla «Lecce perbenista che fa finta di non vedere lo scempio di San Basilio e quello che per 22 chilometri l’attraverserà, la stessa che nega il messaggio inquietante che tutto questo porta».
Ma è l’unica voce fuori dal coro, prevedibilmente. Per il viceministro Teresa Bellanova «non si può offendere una città e i suoi beni comuni, ritenersi arrogantemente nel diritto di violare cose e persone. Non sarà danneggiando una città che si riconquistano o si affermano spazi perduti in ingannevoli radicalismi». Condanna arriva anche da Forza Italia: «Non roviniamo il concetto di battaglia per il territorio con atti vandalici che devono essere condannati e mai giustificati», dice Paolo Pagliaro, membro dell’ufficio di presidenza nazionale del partito, mentre il coordinatore cittadino Cristian Sturdà rimarca che «chi predica amore per la propria terra non può e non deve scivolare nel vandalismo. Non si manifesta contro uno stupro violentando i monumenti della città: si è trattato di un clamoroso autogol». E il senatore Dario Stefàno (Pd) sottolinea: «La protesta che porta avanti l’idea di incompatibilità ambientale di un’opera, e che intende difendere le sorti di un territorio, perde di coerenza e credibilità quando offre ospitalità a chi pensa di trasferire i propri istinti anarchici e violenti, il proprio disappunto, la propria rabbia abbattendo millenari muretti a secco, come avvenuto alcune settimane fa, o deturpando la bellezza di un teatro antico, come successo a Lecce». E mentre il movimento Andare Oltre invita il Comitato No Tap a ripulire le scritte in città, parole dure arrivano anche dal sindacato di polizia Sap: «Cosa conta davvero per questi manifestanti? La lotta per cui dicono di essere scesi in piazza o i tafferugli con la polizia?», si domanda il segretario generale Gianni Tonelli. «La democrazia - conclude - è sempre più in pericolo se si permetterà ancora a questa gente di imporre il proprio pensiero con forme di violenza».
Città deturpata, il sindaco:
«Protestare è sempre lecito
ma nessun alibi per i vandali»
di Alessandro CELLINI
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Domenica 18 Marzo 2018, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 10:22
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