Cinquant’anni di abbandono segnano qualsiasi luogo ma non possono impedirne la rinascita, quand’anche la speculazione abbia già fatto il suo corso. Come per l’ex Colonia Scarciglia a Castrignano del Capo: c’è un nuovo investimento che promette futuro. Un residence. E, com’è di moda nel Salento, parla di lusso e turismo.
La storia
Progetto complesso. Passa per la trasformazione in residenza turistica e museo dell’edificio che un secolo fa il regime fascista eresse per farvi trascorrere le vacanze ai bambini affetti da tubercolosi, nell’ottica della propagandata sanificazione delle famiglie italiane, prima che durante la Seconda Guerra Mondiale fosse utilizzato come ospedale per i profughi dei campi di concentramento.
Il progetto: residence da 20 suite extralusso in concessione ventennale
La concessione ventennale accordata dall’amministrazione per 20 milioni di euro - per 20 anni - riguarda in dettaglio la progettazione, l’esecuzione e la riqualificazione di Punta Meliso, “regno” dell’ex Colonia. Per render al meglio la propria opera, Alborean si è affidata al raffinato Laboratorio di architettura del veneto Toti Semerano, il quale, partendo dal progetto del 2004, ne ha sconvolto i connotati, riducendo l’utilizzo di suolo e riservando alla fruizione pubblica ampi spazi della struttura ricettiva. Spiega l’architetto nella sua descrizione: «Dell’imponente volume della Colonia sarà utilizzato solo il piano terra. La parte del corpo principale prospiciente la residenza turistica è utilizzata per progettare un “Lido”» che comprenderà piscine, fitness, spa, nonchè un ristorante e un bar fruibili indipendentemente dal funzionamento del Lido stesso. La restante parte sarà destinata ad ospitare il “Museo del Mare”: «Un luogo che metterà a disposizione tutto ciò che di umano intelligence ha proposto in forma creativa sul tema del mare e del viaggio». Venti gli appartamenti che saranno ricavati dalla ristrutturazione degli edifici presenti alle spalle del blocco centrale dell’ex Colonia: case vacanza da 896 metri quadri, servite da spiaggia privata. «Un unico elemento spicca nel paesaggio recuperato – indica Semerano -, una Torre di grande valore simbolico, la cui altezza è il ricordo delle dimensioni dell’ex colonia, un volume al quale si sceglie di rinunciare. La torre richiama un segno identificativo del paesaggio costiero salentino, ma è anche la porta d’accesso al colle sovrastante, da rendere accessibile non solo come passeggiata, ma anche ampliando, attraverso un restauro botanico, la parte alberata così da formare - un bosco che - illustra l’architetto con la sua ombra offra riparo dal cocente sole estivo».
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