Crollo a Santa Cesarea: scontro sui lavori mai partiti
«Sono fermi 5 milioni»

Crollo a Santa Cesarea: scontro sui lavori mai partiti «Sono fermi 5 milioni»
di Donato NUZZACI
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Sabato 20 Gennaio 2018, 13:50 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 16:53

Nuovo anno, stesso scenario. La fragile falesia arenaria di Santa Cesarea continua lentamente ad erodersi a causa dell’acqua che viene dal cielo e dal mare, in particolare dalla spinta delle onde che nelle giornate più ventose vanno ad abbracciare e a volte anche a scavalcare - in alcune zone della costa - l’intero blocco roccioso. A meno di un anno di distanza la città è costretta ad assistere ad un altro crollo nello stesso luogo, porto Vergine, già interdetto alla balneazione, dove insieme ad alcuni massi di roccia tufacea, è venuto giù nelle scorse ore anche un pezzo esterno del muretto a secco che divide la zona dalla strada comunale adiacente. Dopo la segnalazione alle autorità, sul posto sono intervenuti tecnici del Comune e personale della polizia municipale per un sopralluogo e per delimitare con delle transenne la zona colpita.
Questo pezzo di costa di Santa Cesarea fino a qualche anno fa era solito essere frequentato da pescatori del posto e bagnanti, ed era considerato tra i più affascinanti. Ma nel 2014 a causa dei continui crolli, finì nel mirino della Capitaneria di Porto e dell’amministrazione comunale che emanarono un provvedimento di divieto di utilizzo e balneazione dell’area e di altre vicine. Furono azioni drastiche in attesa dell’avvio dei lavori del progetto di 5 milioni di euro finalizzato al consolidamento e messa in sicurezza del costone lungo 800 metri.
«All’inizio dei lavori manca poco, - spiega il sindaco Pasquale Bleve -, occorre tecnicamente solo l’acquisizione temporanea delle aree demaniali su cui si prospetta l’intervento. Entro fine febbraio-marzo è previsto l’avvio del cantiere, che avrà una durata di 500 giorni. Obiettivo è quello di abbassare e annullare il rischio di nuovi crolli e quindi aprire alla balneazione revocando le ordinanze di divieto». Ma la minoranza consiliare “Continuità e sviluppo” con il capogruppo Daniele Cretì si dice «insoddisfatta» e va all’attacco: «È passato quasi un anno da quando il sindaco dichiarava l’imminente inizio dei lavori di consolidamento, ma nulla si è ancora mosso, e questo è semplicemente assurdo. Da cittadino, mi vergogno perché da cinque anni il Comune di Santa Cesarea Terme ha a disposizione 5 milioni di euro per risolvere il problema, tramite un finanziamento arrivato nel 2013 quando io ero sindaco, ma non è stato fatto ancora nulla per mettere in sicurezza le località Ciolaro, Porto Vergine e Fontanelle e per garantire l’apertura delle discese a mare».
Un grido d’allarme viene anche dall’associazione cittadina “Amici del Belvedere di Santa Cesarea”, in particolare dall’architetto Laura Sticchi componente del direttivo, la quale nel sollecitare l’amministrazione comunale, ripercorre tutte le principali tappe che hanno interessato il finanziamento di 5 milioni di euro per la messa in sicurezza di un pezzo ampio qualche centinaio di metri di costa cesarina, tra località Archi e Fontanelle.
«Nel dicembre del 2012 presso il Comune di Santa Cesarea Terme viene notificato che con delibera Cipe 6201 (fondo sviluppo coesione 2007/2013) è stato concesso un finanziamento di 5 milioni di euro, arrivato grazie all’interessamento dell’allora ministro Raffaele Fitto - dice l’architetto Sticchi -. Poi nel marzo 2013 il Comune di Santa Cesarea su indicazione della Regione attiva il procedimento con la nomina del Rup (responsabile unico del procedimento), il geometra Salvatore Bleve. A primavera 2013 la nuova amministrazione comunale nomina un nuovo Rup l’architetto Francesca Pisanò». Passano gli anni - continua l’architetto Sticchi - «e, dopo i salti mortali del Rup per non perdere il finanziamento, finalmente nel febbraio 2017 arriva l’atto dirigenziale della Regione (n. 17 del 10 febbraio) con cui si esprime giudizio favorevole di compatibilità ambientale per il progetto. A questo punto, a nostro avviso, bisognava predisporre il progetto esecutivo che tenesse in conto le varie prescrizioni espresse dai diversi enti interessati e partecipi alla conferenza dei servizi che la valutazione di impatto ambientale aveva concertato. A detta degli amministratori i lavori sarebbero dovuti iniziare a luglio del 2017, data poi spostata al settembre 2017. Ieri intanto è venuto giù un altro pezzo di falesia. Non c’è altro tempo da perdere, la città ha bisogno delle discese a mare libere e non può più aspettare».