Prestò denaro all'imprenditore a tassi usurari e poi lui si suicidò: pena ridotta

Prestò denaro all'imprenditore a tassi usurari e poi lui si suicidò: pena ridotta
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Giovedì 23 Marzo 2023, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 16:26

Conferma di condanna, con riduzione della pena da 6 anni a 4 anni e 6 mesi di reclusione, per il panettiere Fabio Tondo di Copertino, accusato di avere prestato denaro a tassi usurari a Mario Petito, il presidente della cantina sociale “Cupertinum” morto suicida a 65 anni il 20 gennaio del 2013.

Disposta una provvisionale di 13mila euro per i familiari della vittima, costituitisi parte civile con l’avvocato Francesca Conte.

Eliminata invece nei confronti di Tondo la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sostituita con l’interdizione per 5 anni. La decisione è stata presa dai giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello di Lecce nella sentenza pubblicata ieri.

L'inchiesta nel 2013


L’iter giudiziario ha preso le mosse dall’inchiesta condotta nel 2013 dell’allora pubblico ministero Giuseppe Capoccia (passato poi a dirigere la Procura di Crotone) e dai carabinieri della Tenenza di Copertino: l’avere prestato a Petito 40mila euro con un tasso di restituzione che avrebbe raggiunto anche il 23 per cento.


L’imputato in primo grado era stato già assolto con la formula “il fatto non sussiste” dall’accusa di un prestito da diecimila euro da restituire in due tranche comprese di un tasso di interesse del dieci per cento, da versare ad aprile ed ottobre 2012, nonché gennaio 2013.


Per le circostanze tragiche della scomparsa di Petito invece non è stata mai aperto un fascicolo per istigazione al suicidio o per morte come conseguenza del delitto di usura: non furono rintracciati elementi per mettere in correlazione il decesso con le preoccupazioni di essere finito nella trappola dell’usura.

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