Dux sull'anfiteatro. «Via la scritta fascista»

Dux sull'anfiteatro. «Via la scritta fascista»
di Alessandra LEZZI
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Lunedì 24 Settembre 2018, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 09:31

La scritta fatta con catrame e a caratteri visibili campeggia da qualche giorno sulla balaustra dell'anfiteatro di Piazza Sant'Oronzo. Lato di via prolungamento via Fazzi. Dux, ha scritto qualcuno. L'indignazione è stata generale, come pure il senso di impotenza di fronte all'ennesimo sfregio di un bene pubblico e prezioso inserito nella lista del patrimonio nazionale. Che ci fosse o meno un riferimento politico in quel gesto o più semplicemente la stupidità di una serata noiosa, resta l'incapacità di apprezzare la bellezza di uno dei simboli storici e culturali della città di Lecce.
E come spesso accade la polemica si è trasferita, nel tempo di uno scatto e poche righe, sui social. Numerosi i messaggi negli ultimi giorni. Poi, ieri, l'ultima puntata. Una polemica che ha rischiato di scatenare un incidente tra istituzioni non di poco conto con il numero uno della Soprintendenza di Lecce che richiama ad un maggiore rispetto per l'ente che rappresenta. Ieri Giuseppe Fornari, leader del movimento civico Una buona storia per Lecce, ha pubblicato su Facebook la foto dello scandalo con il seguente commento: Via subito quella scritta vergognosa. Poi ha taggato, come si dice in gergo, richiamando la loro attenzione, il sindaco Carlo Salvemini e l'assessore all'ambiente Carlo Mignone. Quest'ultimo ha risposto: Solo la Soprintendenza può intervenire ma solleciteremo.
E proprio la scelta del verbo ha fatto arrabbiare l'architetto Maria Piccarreta, soprintendente capo. Solleciteremo è un verbo che fa presupporre la necessità di un'insistenza su un fatto già noto. E invece no. «Non ne sapevo assolutamente nulla ha dichiarato - e non mi è arrivata alcuna segnalazione, né sul piano dei canali istituzionali né su quello dei rapporti informali che avrebbero dovuto prevedere una telefonata».
La Piccarreta assicura che provvederà a strettissimo giro a inviare la squadra di restauratori, che saranno al lavoro già da oggi, al massimo martedì. «L'avrei già fatto se lo avessi saputo», ha chiuso. In realtà poi la telefonata alla Soprintendente è arrivata - ma solo dopo la polemica social - da parte dell'assessore alla cultura di Palazzo Carafa, Antonella Agnoli. Anche quest'ultima lo ha saputo leggendo il post di Fornari.
«Sporgeremo denuncia per danno al patrimonio annuncia la Piccarreta e lavoreremo di concerto con il Polo museale cui l'anfiteatro leccese fa capo. Detto questo - ha aggiunto togliendosi un sassolino dalla scarpa e premurandosi di salvare dalla stilettata la Agnoli chi ricopre cariche pubbliche deve avere massimo rispetto delle altre istituzioni, e nella leale collaborazione tra enti, avrebbe dovuto denunciare l'accaduto a chi ha esclusiva competenza sulla tutela del patrimonio culturale».

 

In serata, sulla vicenda, è arrivato lo sdegno del sindaco Carlo Salvemini in una nota del Comune: «Sporcare con il catrame uno dei più bei affacci panoramici sul patrimonio storico della città è un gesto che denota disprezzo per Lecce e la sua storia. Ogni volta che atti come questi si verificano, mi sento colpito come cittadino prima che come sindaco. A nessuno venga ancora in mente di compiere atti vandalici di questa gravità». E l'assessore Agnoli è intervenuta sul potenziale significato politico di quella scritta: «Scrivere Dux significa insultare i figli e i nipoti di mezzo milione di morti causati dalla seconda guerra mondiale in cui l'Italia fu trascinata da Mussolini».

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