Salvemini pensa già al bis «Pronti a tornare in campo»

Salvemini pensa già al bis «Pronti a tornare in campo»
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Martedì 8 Gennaio 2019, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 19:14

«Oggi non è il giorno dell'amarezza ma dell'orgoglio: quello di aver servito con passione, onestà, trasparenza, impegno e rigore la nostra città; quello di non essersi fatti modificare dal potere ma di aver praticato un'idea diversa del potere. Il cambiamento è iniziato e siamo fiduciosi che non potrà essere fermato».
Il sindaco Carlo Salvemini rassegna le dimissioni. La sua esperienza si chiude senza portare a termine il mandato, proprio come accadde a suo padre Stefano, che governò la città dal 1995 al 1997, quando venne sfiduciato.
Le dimissioni, a 18 mesi dalle elezioni, sono un atto «politicamente inevitabile» alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi. Sono le 14.54 quando protocolla la lettera al presidente del consiglio Paola Povero. Una scelta che anticipa la sfiducia - mezz'ora dopo - del centrodestra che in casa del consigliere di Direzione Italia Carmen Tessitore firma davanti al notaio la sfiducia al primo cittadino. Un'azione che determina lo scioglimento del consiglio comunale - che sarà protocollato questo mattina all'apertura degli uffici comunali - e che non consente al primo cittadino di cambiare idea entro venti giorni revocando le dimissioni, come da regolamento.
Finisce così, in un freddo pomeriggio di gennaio il governo Salvemini uno. Già perché, «vorrei che fosse chiara una cosa - annuncia Salvemini in conferenza stampa - che qua c'è un pezzo di classe dirigente che non pensa di fermarsi oggi ma di continuare - prosegue strappando gli applausi dei sostenitori -. Poi ruoli, responsabilità, spazi, movimenti si vedranno, ma la nostra attenzione ai temi della città non si interromperà».
Una conferenza stampa alla quale ha preso parte l'intera giunta di Palazzo Carafa e i consiglieri (assenti solo Massimo Fragola, che in consiglio comunale, ha fatto un intervento duro nei confronti del primo cittadino e Lorenzo Ria, consigliere dem che pare non fosse presente solo perché non si è trovato in conferenza). «In chiusura del consiglio comunale ho firmato e protocollato le mie dimissioni da sindaco della città. Una decisione politicamente inevitabile alla luce dell'andamento della seduta convocata per l'approvazione della manovra di riequilibrio pluriennale del bilancio comunale. Le dichiarazioni di voto e l'andamento del voto hanno sancito che la mia amministrazione non ha più i numeri per governare». Prima Lecce ha esordito in aula con la lettura di un documento di risoluzione definitiva formale e solenne del Patto per Lecce sottoscritto nel marzo scorso. E la manovra è passata con i 16 voti di astensione dei consiglieri di opposizione e 15 favorevoli.
Una situazione politica di cui il sindaco era già a conoscenza sin dal 27 novembre scorso, come lui stesso ha ricordato. «In questi 40 giorni sono rimasto al mio posto per onorare due impegni assunti con la città: portare all'approvazione del consiglio comunale il rinnovo della convenzione della Lupiae (decisiva per garantire il risanamento della società in concordato preventivo, ndr) e la manovra di riequilibrio dei conti pubblici (fondamentale per proteggere il comune dal rischio del dissesto, ndr). Ora che sono state votate entrambe, preso atto di non avere più una maggioranza in aula, le dimissioni sono un atto dovuto».
Un consiglio comunale quello di ieri mattina che ha visto un centrodestra astenersi dal voto alla manovra di riequilibrio. «Una maggioranza consigliare che è nelle mani del centrodestra e di Paolo Perrone», ha detto il sindaco Carlo Salvemini. Insomma da un lato il cambiamento, rappresentato da lui e dal suo vice sindaco Alessandro Delli Noci e dall'altro la vecchia politica con la quale «mai» si sarebbe potuto discutere. «La nostra agenda del cambiamento - ha detto - sarebbe stata carta straccia. Mai, io e Alessandro avremmo potuto costruire politiche di Bilancio, politiche di Mobilità di Servizi sociali con gli ex assessori dell'amministrazione trascorsa». «Rivendichiamo con orgoglio il valore e la giustezza del lavoro svolto in questi diciotto mesi e le scelte prese», compresa la scelta di siglare con Prima Lecce un accordo programmatico «che sebbene oggi stracciato ha evitato alla città un commissariamento di circa quindici mesi. E mai abbiamo navigato a vista, ma sempre con una rotta chiara quella di cambiare la modalità del rapporto tra amministratori, politica, cittadini; mai l'attività di governo ha subito condizionamenti, interferenze, veti».
«Io domani (oggi, ndr) parto per lavoro e poi giovedì ritorno a sgombrare la mia scrivania, a togliere le carte che ci sono. Poi prenderò anche io qualche giorno per riflettere». Infine i ringraziamenti «ad Alessandro Delli Noci e a tutta la giunta per il tanto che mi hanno dato. Grazie ai consiglieri che sono stati lealmente con noi, sostenendoci e stimolandoci a dare sempre il meglio. Grazie al personale comunale che s'è messo a disposizione in un lavoro quotidiano impegnativo e difficile. Il cambiamento è iniziato e siamo fiduciosi che non potrà essere fermato».
F.Soz.
 

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