Denaro in cambio di consulenze: arrestato giudice del tribunale di Lecce

Il tribunale di via Brenta
Il tribunale di via Brenta
di Paola ANCORA
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Martedì 12 Giugno 2018, 18:11 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:52
Una giudice onoraria del tribunale civile di Lecce è stata arrestata ieri per concussione: avrebbe chiesto denaro in cambio di consulenze future, in vari procedimenti giudiziari, a un professionista salentino. Quest’ultimo ha deciso di denunciarla: è scattata la trappola. Poi, le manette.
Si tratta del giudice Marcella Scarciglia, che aveva competenza civile e, come tutti i Got, un incarico rinnovabile di triennio in triennio, con corresponsione di un gettone di presenza per ciascuna udienza svolta, a prescindere dal numero di provvedimenti emessi.
Nessuna complessa indagine, ma una denuncia, chiara e dettagliata. Per questo è scattato l’arresto in flagranza. Alla giudice si è arrivati grazie alla collaborazione e all’esposto del professionista, già consulente in una causa assegnata proprio alla giudice Scarciglia.
Una volta liquidato il primo incarico di perizia, la giudice - stando a una prima ricostruzione dei fatti - lo avrebbe infatti ricontattato proponendogli nuovi incarichi di consulenza e perizie in cambio di una dimostrazione “di riconoscenza”, da tradurre in denaro e regalie. In tutto 2mila euro: questa la cifra da pagare per avere garantite nuove consulenze. questa la somma che, secondo la denuncia del professionista, gli era stato chiesto di “versare”.
L’uomo ha finto di stare al gioco assecondando la Scarciglia e dicendosi interessato allo “scambio”: il denaro al posto delle consulenze. In realtà, non appena uscito dalla stanza della giudice in via Brenta, il professionsita ha raggiunto il più vicino posto di Polizia e denunciato tutto.
Agli agenti della Polizia distaccata in Procura, diretti da Antonio De Carlo, il professionista ha spiegato che cosa la giudice Scarciglia gli avrebbe promesso in cambio dei 2.000 euro pattuiti, specificando poi che l’operazione si sarebbe dovuta concludere di lì a poco.
A quel punto la Polizia gli ha consegnato banconote con uguale numero di serie - utilizzate spesso per incastrare estorsori e usurai - da dare alla giudice all’incontro successivo, quello fissato ieri, nel primo pomeriggio, per chiudere l’“affare”. E una volta che le banconote sono passate nelle mani della Scarciglia, è scattato l’intervento degli agenti di Polizia, che hanno colto la giudice in flagranza di reato.
Il denaro “segnato” è stato recuperato dall’abitazione della donna grazie al lavoro della Polizia giudiziaria che ha poi proceduto anche all’interrogatorio di rito, negli uffici di via Calabria, alla presenza dei legali della giudice: Pasquale e Giuseppe Corleto e dell’avvocato Antonio Malerba.
Dopo aver riferito agli agenti di Pg la sua versione dei fatti, la giudice onoraria Scarciglia, su disposizione del pubblico ministero di turno, è stata accompagnata al carcere di Borgo San Nicola. È accusata di concussione, cioè di aver abusato del suo ruolo e delle sue funzioni di pubblico ufficiale chiedendo al professionista denaro in cambio di nuovo lavoro.
Qualsiasi valutazione sulla strategia difensiva da adottare, da parte dei legali della donna, è rinviata «alla conoscenza degli atti» spiega, a caldo, Giuseppe Corleto. Il fascicolo relativo a questa operazione verrà trasmesso alla Procura di Potenza.
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