«Il bluff della Tari Sociale», agevolazione ridotta

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Lunedì 13 Agosto 2018, 05:00
[PALLINOBLU]«Dietro la necessità di modificare tecnicamente un documento, si nasconde un inganno». E così il tetto minimo per accedere alla Tari sociale passa da 6mila a 3mila euro. Una votazione avvenuta in consiglio comunale, lo scorso 31 luglio, quando Palazzo Carafa chiede il voto per modificare la data di presentazione delle domande della Tari Sociale dal 31 marzo al 30 giugno. Era già accaduto infatti che, nella seduta di Consiglio comunale chiamata ad approvare il bilancio di previsione 2018 e il nuovo regolamento Tari - il 28 marzo scorso - il consigliere di Direzione Italia Attilio Monosi aveva gridato al bluff, sottolineando da un lato l’esigua somma stanziata in bilancio a copertura della misura - in tutto 70mila euro - e, dall’altro, il brevissimo termine previsto per presentare domanda, cioè il 31 marzo. Tre giorni appena. Grazie a quanto previsto dello Statuto del Contribuente, tuttavia i cittadini hanno avuto 60 giorni di tempo - cioè fino al 29 maggio - per istruire e presentare le pratiche all’Ufficio Tributi. 
Il problema nel frattempo si è posto per le domande presentare dopo il 29 maggio per le quali il personale ha proceduto ad accoglierne alcune e non ritirarne altre. Tanto più che Palazzo Carafa in quei giorni continuava a promuovere la misura agevolativa con un tour di gazebo nelle zone popolari. 
Per evitare ulteriore confusione sulla presentazione delle domande, si è reso dunque necessario, come sostenuto dal consigliere Monosi anche in consiglio comunale, modificare la data della delibera al 30 a giugno per la presentazione delle domande. 
[PALLINOBLU]Quindi il 31 luglio la delibera, regolamento dell’Imposta Unica Comunale - Modifica - è approdata in consiglio: l’articolo 67 prevede che “la dichiarazione deve essere presentata entro (31 marzo, data cancellata) il 30 giugno”. 
Ma la delibera, oltre al cambio di data «nascondeva» anche la variazione delle agevolazioni per la Tari Sociale senza che nessuno se ne accorgesse «soprattutto non mantenendo quanto dichiarato dall’amministrazione comunale». «[/PALLINOBLU]Il sindaco Carlo Salvemini, anche assessore ai tributi, inganna il Consiglio Comunale e truffa le famiglie leccesi - tuona Attilio Monosi -. Nella seduta del 29 marzo scorso fu approvata l’esenzione dalla tassa rifiuti per tutte quelle famiglie con ISE pari o inferiore ad euro 6mila. La platea sarebbe stata abbastanza larga e quindi già da subito si capì che questa sarebbe stata solamente un’operazione “proclamo”. Infatti nel corrispondente bilancio non furono stanziate le somme necessarie per coprire l’agevolazione. Contestai il fatto intervenendo in Consiglio Comunale e denunciandolo alla stampa ma il Sindaco Salvemini e il suo dirigente Carratta nascosero la testa sotto la sabbia sapendo di mentire. Ora si spiega tutto - prosegue - Durante la stagione calda, approfittando dell’assenza degli addetti ai lavori più esperti e dell’opinione pubblica specializzata, il 31 luglio è stata approvata una delibera che dimezza la soglia di accesso all’esenzione passando quindi da euro 6.000 a euro 3.000. Ciò significa che più dell’80% dell’agevolazione sparirà e le famiglie leccesi più deboli, quelle alle quali l’agevolazione era rivolta, dovranno rassegnarsi a pagare la tassa rifiuti già da quest’anno. Blitz riuscito, bravo sindaco Salvemini». E poi annuncia: «Tornerò sullo stanziamento di Bilancio perché lo hanno approvato scientemente sapendo che i 70mila euro non sono assolutamente sufficienti a coprire la Tari sociale. Invito il sindaco, la prossima volta che andrà alla Corte dei Conti di portare anche il suo di Bilancio». 
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