Intimorito, non solo a causa della sua incertezza con la lingua italiana, ma sicuramente perché travolto da una vicenda molto più grande di lui, che è qui nel Salento solo per studiare. «Non ho avuto la possibilità di approfondire la sua conoscenza era arrivata da pochissimo - ha raccontato Mohammed, il coinquilino egiziano di Julie -. Personalmente sono molto impegnato con gli studi e sto veramente poco a casa, quindi non abbiamo avuto modo di relazionarci, anche perché era arrivata da pochissimi giorni e non avevamo avuto nemmeno modo di organizzarci gli spazi in casa».
Un rapporto tra coinquilini, insomma, che non aveva ancora avuto modo di consolidarsi, complice anche le molte ore trascorse in facoltà da entrambi in questi primi giorni di ambientamento per Julie, che però la sera prima di togliersi la vita aveva invitato un'amica a casa con la quale, fino a sera tardi, aveva ascoltato musica in camera. Una situazione che ha spinto la ragazza francese a scusarsi per il disagio che pensava di aver creato al suo coinquilino. Una breve lettera scritta su un foglio e lasciata nello spazio comune in cucina: «Credevo che tu non fossi nell'appartamento - ha scritto Julie - non è stato pianificato, ma un'amica mi ha raggiunta durante la notte perché ero molto triste. Ha insistito per venire a casa, perché ho avuto un grosso problema due giorni fa e non ero in grado di stare da sola. Non succederà mai più, farò in modo di non far più altri rumori a tarda ora. Niente musica e ti chiedo nuovamente scusa».
Il gesto
Un gesto particolarmente apprezzato da Mohammed che per altro non si era lamentato del rumore: «Ho avuto immediatamente l'impressione che si trattasse di una ragazza per bene e in particolare molto tranquilla e riservata.