Timbrava il cartellino e usciva per fare altro: licenziato dall'Asl il primario assenteista

Timbrava il cartellino e usciva per fare altro: licenziato dall'Asl il primario assenteista
di Maddalena MONGIÒ
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 18:52
Prima la sospensione decisa dal gip, ora il licenziamento deciso dalla Asl di Lecce. È costata cara al 65enne di Novoli Pierenzo Indirli, direttore dell'unità operativa di Radiologia di Campi Salentina, la consuetudine di lavorare per alcune ore e poi andare via applicando una sua personale visione dell'orario di servizio, così come accade in tutte le storie di assenteismo. I carabinieri ne hanno seguito le mosse e documentato, con foto e video, la disinvolta abitudine di passare il badge all'ingresso, ma non all'uscita. In pratica, nell'orario in cui risultava al lavoro, si allontanava per occuparsi di altro e in particolare del suo hotel a Porto Cesareo. Nell'ex ospedale di Campi Salentina tornava di sera per passare il badge con l'orario di uscita.
Il direttore Indirli, nel corso dell'interrogatorio in Procura, ha cercato di trovare giustificazioni al suo andirivieni, al punto da sostenere di essersi avvalso della possibilità di gestire l'orario di lavoro in modo flessibile. Ricordando quelle volte che avrebbe anche tirato fino a tardi in ufficio.
Spiegazioni che non hanno convinto gli inquirenti.
Era il 12 luglio scorso quando la Procura di Lecce notificò l'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari, Cinzia Vergine, disposta dopo aver accolto la richiesta del magistrato della Procura, Maria Vallefuoco, che ha condotto le indagini con i carabinieri del Nucleo operativo diretto dal tenente Antonio Saponaro. Con delibera numero 1639 del 13 luglio 2018, la Asl ottempera a quando disposto dalla Procura e sospende il medico per sei mesi inviando, contestualmente, l'atto all'Ufficio procedimenti disciplinari della Asl per la valutazione delle misure da intraprendere.
La sentenza dell'organismo disciplinare è stata tombale: licenziamento in tronco e ben prima dello scadere dei sei mesi di sospensione. L'Upd, infatti, ha fatto le verifiche del caso e il 4 ottobre scorso ha emesso un provvedimento in cui è definita la sanzione da applicare ai sensi dell'articolo 55-quater, commi 1 lettera a e 3, del decreto legislativo del 30 marzo 2001, numero 165. L'articolo in questione prevede il licenziamento nei casi di falsa attestazione della presenza in servizio attraverso una alterazione dei sistemi di rilevamento delle presenze. Questo reato, se accertata in flagranza (con strumenti di sorveglianza o di registrazione di accesso e uscita dal posto di lavoro) determina l'immediata sospensione cautelare senza stipendio al dipendente, fatto salvo il diritto all'assegno alimentare se ne ricorrono i presupposti.
Il direttore generale della Asl, Ottavio Narracci, ha preso atto delle risultanze dell'Upd e, per effetto del provvedimento, ha risolto in tronco il contratto di lavoro. Al tempo stesso ha incaricato l'Upd e la struttura legale dell'Azienda di procedere con quanto previsto dall'articolo di legge che ha messo fine a un rapporto di lavoro che durava da 38 anni. L'apertura del procedimento disciplinare è stato accompagnato anche dalla segnalazione alla Corte dei conti. Un caso di assenteismo punito secondo le previsioni di legge e senza indulgere al guanto di velluto.
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