La madre della ragazza interviene in tv: «Basta diffamare mia figlia uccisa»

La madre della ragazza interviene in tv: «Basta diffamare mia figlia uccisa»
4 Minuti di Lettura
Sabato 7 Ottobre 2017, 13:47 - Ultimo aggiornamento: 13:48

SPECCHIA - Non si ferma la guerra tra la famiglia di Noemi Durini, assassinata il 3 settembre scorso e quella del suo assassino Lucio, fidanzato della ragazza e reo confesso dell'omicidio.
A Quarto Grado il padre del giovane si presenta al microfono dell'inviata e continua a fornire la sua versione dei fatti. «Le responsabilità vanno ricercate nelle amicizie di questa ragazza: è una vittima, lo è sempre stata, delle sue amicizie e forse di qualcuno che non ha fatto il suo dovere». 
Questa volta però mamma Imma, che in queste settimane era rimasta chiusa nel suo dolre per la perdita della figlia, ha deciso di interventire: «Dovrebbero mettere la testa non sotto la sabbia, ma sotto la terra dove è sepolta mia figlia. Signor Biagio, io la querelo perché lei non deve più diffamare mia figlia»
 
 
Il tutto è andato in scena nella puntata di «Quarto Grado» di ieri, 6 ottobre, in cui sono intervenuti – a distanza di pochi minuti – il padre di Lucio e la madre di Noemi.
Di seguito, stralci dell’intervista realizzata dalla giornalista e dal conduttore Gianluigi Nuzzi:
 
Domanda: «Chi era Noemi?»
Biagio: «Non sono i carabinieri che hanno trovato il cellulare a casa mia, ma sono io che ho portato i cellulari ai Carabinieri».
D: «Di quali cellulari sta parlando?»
Biagio: «Dei cellulari che Lucio ha trovato, o ha rubato, o che hanno rubato insieme, la notte di San Valentino… quindi sono stato io a portarli ai Carabinieri. Anche questo penso che debba farvi capire la mia buona volontà di mettere a posto questa situazione».
D: «Qual è la responsabilità delle famiglie in questa tragedia, secondo lei?»
Biagio: «Io credo che le famiglie non abbiano responsabilità, magari qualcosa è sfuggito di mano. Certamente le responsabilità vanno ricercate nelle amicizie che aveva questa ragazza, secondo me… posso anche sbagliarmi, ma credo proprio di no».
D: «Ma lei non ce l'ha una parola per Noemi?»
Biagio: «Tengo ancora a ribadire e l'ho sempre detto alle forze dell'ordine: Noemi è una vittima, lo è sempre stata, delle sue amicizie e forse di qualcuno che non ha fatto il suo dovere. […] Mio figlio viveva a casa mia, ho cercato io di stargli vicino, ho cercato di fare il meglio…  penso che nella sua famiglia debbano trovare le risposte, ma penso che qualcuno debba mordersi dove non riesce, perché quella ragazza andava curata. Secondo me, poi chi sa vedrà».
 
Pochi minuti dopo, al telefono è intervenuta Imma Rizzo, la madre di Noemi Durini. Di seguito, stralci dell’intervista telefonica realizzata dal conduttore Gianluigi Nuzzi.
 
Imma: «Non mi sono mai permessa di parlare di queste persone… se le possiamo definire “persone”, perché tali non possono essere definite. Io ho sempre detto che le sceneggiate napoletane le lasciamo ai napoletani. […] Queste persone si dovrebbero vergognare e dovrebbero mettere la testa non sotto la sabbia, ma sotto la terra dove è sepolta mia figlia. Adesso basta, lo dico da mamma: mi assumo le mie responsabilità, queste bestie devono lasciare in pace mia figlia. È da un mese e tre giorni che ce la piangiamo tutti e ora sta sotto terra. […] Noi siamo persone oneste, non siamo in guerra o in lotta tra famiglie. Qui si trattava di un ragazzino che ha sempre subìto sin dall'adolescenza e ci sono tante testimonianze: genitori, insegnanti, Carabinieri, che non si sono mai assunti le loro responsabilità. Adesso basta, signor Biagio: io la querelo, perché lei non deve più diffamare mia figlia. Mia figlia sta sotto terra. Si dovrebbe vergognare, insieme a tutta la sua famiglia. […] Io di lei non ho paura, signor Biagio. Io non porto rabbia, non porto odio, però adesso basta: dovete lasciare in pace mia figlia. […] Questa bestia deve stare in silenzio».
D: «Perché il signor Biagio punta l'indice sulle frequentazioni di sua figlia?»
Imma: «Mia figlia era amica di tutti. […] È veramente ignobile quello che dice. Mia figlia è morta. In un mese e tre giorni nessun messaggio di pentimento. È vergognoso: le loro anime saranno dannate a vita, la giustizia ci deve essere. Mia figlia a 16 anni non c'è più. […] Io non mi sono mai permessa di intervenire, però adesso il signor Biagio non può fare il perbenista, non gli compete questo ruolo. […] Il primo TSO gliel'ha fatto fare il padre, perché fino a quella sera questo ragazzo stava benissimo, stava tranquillo: gli hanno fatto fare un TSO perché non si doveva incontrare con mia figlia. […] Mia figlia lo voleva portare fuori da quella famiglia di bestie».
 
 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA