La vedova di Carmelo Bene «Via i pontili per salvare la memoria storica del luogo»

La vedova di Carmelo Bene «Via i pontili per salvare la memoria storica del luogo»
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Domenica 21 Ottobre 2018, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 11:45

Carmelo Bene avrebbe tuonato contro i pontili del Porto di Otranto. Ne è convinta Raffaella Baracchi, la vedova dell'attore e drammaturgo, che interviene nel dibattito che ormai da mesi anima la città di Otranto.
«Sono stata sempre zitta in questi anni - dice Raffaella Baracchi - ma sono l'unica residente su quest'obbrobrio, in una casa storica e in cui ha vissuto Carmelo Bene. Ora sento che è giunto il momento di manifestare la mia gioia su questa decisione della Soprintendenza. Io pensavo addirittura di andare via e invece, se le cose vanno così come sembra, potrò rimanere qui e valorizzare questa casa».
La vedova di Carmelo Bene non approva l'uso che, nei mesi passati, è stato fatto del nome del marito. «È imbarazzante - prosegue - il fatto che è stato speso anche il nome di mio marito dicendo che lui avrebbe voluto i pontili. Ma non scherziamo!».
Sembra quasi di rivederlo, il maestro, affacciato dal suo pensatoio col tavolino in madreperla, davanti a quella finestra che incornicia la pietra grossa l'isolotto minuscolo sotto i bastioni. Un vecchio aneddoto ne ricorda il carattere. Erano gli anni '80, il mese di ottobre proprio come ora, ed il Maestro Carmelo Bene era nella sua casa di Otranto a scrivere. Antonio era affacciato dal muro dei Bastioni quando sentì gridare Carmelo Bene: «Levati, spostati, vai via cretino». Antonio si voltò spaventato ed incredulo. Poi guardò il Maestro che indicava con ampi gesti: «Vai via con quel catamarano giallo che distruggi l'equilibrio cromatico ed il panorama di Otranto». Era un grosso catamarano tedesco ancorato vicino al grosso scoglio. «Nessuno è venuto dall'unica persona che abita in quel tratto di mare - dice ancora la vedova di Carmelo Bene -. Io sono forse l'unica persona che è felice del fatto che qualcuno difenda il diritto del paese e dei pescatori, invece che quelli di qualche ricco annoiato che vuole la caletta privata. Chi ha parlato finora non vive tutto l'anno lì. Ringrazio a nome mio e di Carmelo (che non c'è più ma c'è)». I ricordi sono tanti: «Quando è venuto Zulaski con Tonino Cassiano, dieci anni fa, voleva affacciarsi da quella finestra per vedere la stessa visuale, lo scoglio da cui scriveva Bene. Ora quello scoglio è circondato di barche, ma non quelle dei pescatori. Restò una giornata intera. Lo so, sono morti tutti, ma non è per questo che dobbiamo dire bugie. Questo posto ha una memoria storica, altrimenti diventa un villaggio Valtur». E.Pai.

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