Bomba carta contro la sede di Adecco, sui muri la scritta "No Tap"

Bomba carta contro la sede di Adecco, sui muri la scritta "No Tap"
di Valeria BLANCO
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Giovedì 15 Marzo 2018, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 10:45
LECCE - La bomba carta sarebbe esplosa attorno alle 2 di notte ma, nonostante il fragore, nessuno si è accorto di niente fino a quando ieri mattina la donna delle pulizie, arrivata per rassettare la sede dell’agenzia di lavoro interinale Adecco di Lecce, non ha fatto la scoperta. La bomba, di fattura artigianale, aveva incrinato visibilmente la saracinesca e fatto letteralmente esplodere la vetrata della filiale che sorge su via Balsamo, a pochi passi dalla circonvallazione della città. È stata la donna a comporre il 113 e a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Una volta sul posto, gli agenti della Questura di Lecce hanno notato subito che sul muro della filiale era comparsa una scritta “No Tap” di vernice nera, che non era presente la sera prima dell’esplosione. Così, anche se si indaga a 360 gradi, la pista anarchica appare quella più probabile.
È proprio Adecco, infatti, una delle agenzie interinali a cui Saipem si è rivolta per la selezione di operai, manovali, tecnici, ingegneri e altre figure professionali, per un totale di 64 posti di lavoro, da inserire nel processo di realizzazione del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline), con approdo previsto sulla spiaggia di San Foca di Melendugno. Il progetto è stato ed è tuttora molto contestato dagli ambientalisti e dalle istituzioni locali e anche tutte le attività “collaterali” di Tap, come il finanziamento di corsi professionalizzanti e di borse di studio per alcuni master, non sono viste di buon occhio. Lo stesso presidente della Regione, Michele Emiliano, ha definito «vergognosi» i master di Tap, non mancando di suscitare una pletora di polemiche. «Mi auguro - aveva detto Emiliano in quella occasione - che nessun giovane salentino aderisca a questa offerta tradendo la sua terra, e soprattutto che nessun operatore turistico intenda assumere coloro che parteciperanno a queste iniziative di formazione».
Ma le proteste e le polemiche, le manifestazioni di dissenso portate avanti in forma pacifica nulla hanno a che fare con quest’ultimo episodio. Impossibile non pensare al timore, paventato più volte anche dal prefetto Claudio Palomba, che all’interno del movimento si siano infiltrate frange di anarchici e violenti che nulla hanno a che vedere né con il territorio, né tantomeno con chi pacificamente chiede che quel progetto - e soprattutto l’approdo del gasdotto - vengano rivisti. Ma attorno a questa ipotesi ragioneranno gli agenti della Digos, già impegnati nelle indagini per risalire all’identità dei responsabili del gesto eclatante dell’altra notte. Indagini che si annunciano particolarmente complicate, dal momento che la filiale di Adecco non è dotata di sistema di videosorveglianza né interno né esterno. Bisognerà dunque affidarsi agli occhi elettronici di qualche esercizio commerciale della zona, anche se appare molto probabile che chi ha agito l’altra notte abbia avuto cura di coprirsi il capo e il volto per non essere facilmente riconoscibile. Difficile non cercare collegamenti con altri episodi violenti che hanno caratterizzato la protesta, a partire dal lancio di una molotov contro la sede della multinazionale e passando per l’ordigno rudimentale che un anno fa era stato fatto esplodere all’esterno del cantiere. E poi le recinzioni smontate, le strade disseminate di chiodi, il razzo contro l’auto dell’istituto di vigilanza Almaroma, le scritte No Tap e gli atti vandalici contro il rettorato dell’Università e diverse sedi del Pd.
Intanto, ieri mattina la filiale è rimasta regolarmente aperta, mentre all’esterno gli operai hanno provveduto a riparare in tempi record la saracinesca e la vetrata rotta. E da Tap è giunta una nota in cui si esprime «piena solidarietà ad Adecco e ai lavoratori della filiale di Lecce, colpiti questa notte da un atto intimidatorio e inaccettabile».
La società ribadisce «la sua completa disponibilità a un confronto pacifico con il territorio, al fine di rassicurare la popolazione sui principali temi di dibattito riguardanti l’opera».
 
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