Piazza Sant'Oronzo e Anfiteatro, la proposta: «Un concorso di idee»

Il render del progetto dei ragazzi del "Ciardo - Pellegrino"
Il render del progetto dei ragazzi del "Ciardo - Pellegrino"
di Stefania DE CESARE
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Giovedì 23 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:29

«Un concorso internazionale di idee per raccogliere progetti innovativi e accompagnare Lecce nel futuro. Partendo dal cuore della città». Ne è convinto l’architetto Sergio Ventura che prende parola e si inserisce nel dibattito di questi giorni sviluppato intorno al ripensamento di piazza Sant’Oronzo, partendo da uno dei suoi monumenti simbolo: l’Anfiteatro romano

Occasione per una riflessione

L’occasione per avviare una riflessione sul sito archeologico arriva dai lavori in corso su via Alvino legati alla mitigazione del rischio idrogeologico.

Un cantiere che, secondo l’archeologo classico Francesco D’Andria, potrebbe essere l’occasione giusta per riportare a galla un altro pezzo di anfiteatro, attraverso uno scavo stratigrafico che permetterebbe di mettere in luce le fasi medievali bene. Una proposta suggestiva che ha raccolto già riscontri prestigiosi da parte della Direzione regionale Musei Puglia e della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce. I due organi ministeriali hanno evidenziato la complessità dell’operazione, rinviando le necessarie e opportune valutazioni a un tavolo interistituzionale. In attesa di sapere quando sarà fissato l’incontro, a cui dovrebbe prendere parte anche il Comune di Lecce, l’ipotesi di “riscoprire” parti nascoste del monumento ha acceso la curiosità e l’interesse degli studiosi. 

Il dibattito deve guardare al futuro

Ma per l’architetto Ventura qualsiasi dibattito non può non guardare al futuro. E per questo estende il ragionamento a tutta la piazza: «Che tipo di rapporto vogliamo instaurare con il passato? Il passato è stratificazione, è una successione di fatti che danno la pienezza della vita di una comunità. Piazza Sant’Oronzo è il cuore di questa stratificazione. Prendere a riferimento un periodo storico e considerarlo più importante rispetto ad altri è un errore enorme». 
Il riferimento è proprio alla proposta di allargamento dell’anfiteatro su cui, però, alcuni studiosi hanno già tracciato la rotta. Come il professore ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale dell’Università del Salento Paul Arthur secondo cui basterebbe scavare sette metri, verso la chiesa, per restituire cinquecento anni mancanti di storia della città. «È assurdo parlare di riscoprire l’Anfiteatro romano – afferma Ventura -. Smantellare qualche metro di asfalto, non darebbe nulla di più alla città e al turismo. Andiamo a intaccare una piazza che si è strutturata nei secoli. La ristrutturazione fascista del 1935 è stato un intervento di architettura contemporanea ed era l’espressione dell’evoluzione del tempo. Il palazzo dell’Ina, ad esempio, con la sua curva riprende l’andamento dell’anfiteatro. È un modo che gli antichi hanno avuto di relazionarsi al preesistente ma andando avanti. Non si può pensare che una città si fermi e resti immobile». 
Al momento nel futuro (neanche troppo lontano) della piazza ci sono alcuni lavori di restyling legati all’accessibilità. Via i marciapiedi per l’eliminazione delle barriere architettoniche, a partire dall’Ovale, il pavimento rialzato dove si trova il Mosaico della Lupa, che risulta non completamente fruibile. Anche il salotto della città e il primo tratto di via Trinchese, quindi, sarà “trasformato” in un unico livello (come accadrà su via Alvino e via Verdi) così da essere facilmente fruibile. 

La necessità di un ripensamento 

L’architetto Ventura non mette in dubbio la necessità di un ripensamento della piazza ma «bisogna farlo guardando al futuro. E per fare questo serve coraggio. Se si affronta il tema dal punto di vista della manutenzione, allora è giusto procedere con il rifacimento della pavimentazione. A questo punto togliamo l’Ovale, abbassiamo il mosaico e inseriamolo nel basolato. Ma la vera scommessa è guardare oltre, progettare e innovare guardando al futuro».
Un esempio citato dall’architetto è il lavoro svolto nel 2017 con i ragazzi del liceo il liceo artistico statale “Ciardo-Pellegrino” sui temi di innovazione dello spazio urbano cittadino. Partendo proprio da alcune idee per ripensare la piazza. 
«In occasione di Lecce capitale della Cultura del 2019 lanciammo varie idee attraverso interventi di architettura contemporanea. Questa è la vera sfida, ed è su questo che si dovrebbe concentrare il dibattito in città. In questo l’amministrazione comunale può dare uno slancio, magari lanciando un concorso internazionale di idee per ripensare il salotto della città nel suo complesso. Una sfida che porterebbe Lecce nel futuro».

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