E' stato arrestato (ai domiciliari), dalla Guardia di Finanza di Casarano, per peculato, appropriazione indebita e truffa aggravata. Si tratta di un cassiere di una nota banca, con sede a Ugento, Venceslao Marsano, di Matino, che è stato prima sospeso e poi licenziato dopo le accuse.
Le indagini della Procura
Secondo le indagini della Procura di Lecce, il 60enne cassiere "infedele" avrebbe trattenuto per sé 16mila euro, consegnati in contanti da 75 ignari clienti, che si erano recati in banca per il pagamento dei tributi locali Tari e Imu, della cui riscossione si occupava proprio il dipendente.
Il cassiere avrebbe occultato o distrutto la copia riservata alla banca al fine di sottrarsi ad ogni possibile controllo interno della contabilità giornaliera della filiale, omettendo il successivo trasferimento delle somme all’Agenzia delle Entrate e conseguentemente al Comune destinatario dei tributi.
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Il denaro del 90enne
Inoltre, il dipendente, nell’arco temporale di appena un anno (febbraio 2021 - gennaio 2022) si sarebbe appropriato dei risparmi di un proprio cliente ultra 90enne, per un ammontare di quasi 21.000 €, sottraendoli con vari prelievi, con importi oscillanti tra i 1.000 ed i 3.000 €, a volte eseguiti anche nel corso della stessa giornata.
E c'è di più.
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La banca: «Parte lesa, intervento immediato»
"Con riferimento all'arresto del proprio ex dipendente in servizio presso la filiale di Ugento, la Banca Popolare Pugliese precisa di essere parte lesa nella vicenda e comunica che, alla prima notizia della possibile infedeltà subita, ha immediatamente (8-11-2021) sospeso dal servizio il dipendente e lo ha subito dopo licenziato, provvedendo contemporaneamente a informare dei fatti le autorità inquirenti e collaborando pienamente con le stesse. Dopo le opportune verifiche ha anche provveduto a ripristinare la corretta imputazione delle somme sottratte.”
La denuncia dal sindaco di Ugento
La denuncia è partita dal sindaco di Ugento e dal dirigente dell'ufficio Tributi a cui i cittadini si erano rivolti mostrando le ricevute dei pagamenti dei tributi regolarmente effettuati in banca. Da qui è scaturito l'approfondimento investigativo che ha portato all'individuazione della persona che, secondo le accuse, aveva effettuato le operazioni allo sportello. Alle indagini, come si diceva, ha contribuito l'istituto bancario.