«Non lasciateci soli». In 50 a casa dopo il fallimento Trony

«Non lasciateci soli». In 50 a casa dopo il fallimento Trony
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Mercoledì 21 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:27
Dopo il fallimento e la chiusura dei punti vendita i dipendenti salentini di Trony ieri mattina hanno avviato la loro protesta. Si sono ritrovati davanti al punto vendita di Gallipoli e hanno espresso tutto il loro disappunto e disagio per la situazione che adesso devono fronteggiare. Al loro fianco c’erano i segretari di Uiltucs, Antonella Perrone e Antonio Palermo. 
All’iniziativa di mobilitazione ha partecipato anche l’assessore comunale al commercio, Emanuele Piccinno, mentre il sindaco Stefano Minerva, assente per impegni istituzionali, ha inviato una lettera di solidarietà ai lavoratori. 
Al presidio era presente una delegazione dei 50 addetti interessati, fino alla scorsa settimana attivi nei punti vendita di Gallipoli, Casarano, Presicce e San Cesario.
«Siamo molto preoccupati - ha spiegato Palermo – perché è a rischio il futuro di 50 lavoratori salentini, che già a febbraio non hanno percepito lo stipendio. La speranza di tutti è che il curatore fallimentare riesca a trovare nuovi imprenditori che possano subentrare alla Dps, riaprire i negozi e rilanciare il marchio Trony», dal cui fallimento dipendono le sorti di 500 addetti in tutta Italia e tante sono le unità a rischio anche nei punti vendita distribuiti nel resto della Puglia, 13 in tutto, dei quali solo uno è rimasto aperto grazie al fatto che la sua proprietà è rimasta a Vertex.
 
«Per questo – ha proseguito Palermo – chiediamo attenzione da parte del Governo nazionale e regionale.
Questi lavoratori pagano il prezzo di una cattiva gestione aziendale, di scelte sicuramente sbagliate ma anche della concorrenza spietata dell’e-commerce». 
Dal canto suo, l’assessore comunale Piccinno non ha potuto che garantire la massima disponibilità del Comune di Gallipoli ad impegnarsi per la salvaguardia dei posti di lavoro e ha spiegato che il sindaco Minerva si sta adoperando per organizzare a breve un incontro con i vertici aziendali alla Regione che, tuttavia, non avrebbe ancora risposto all’invito. 
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