Martini schiaffeggiato al bar «Bugie sui social, non si tratta di debiti»

L'ex assessore Severo Martini
L'ex assessore Severo Martini
di Paola ANCORA
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Sabato 16 Febbraio 2019, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:39
Schiaffeggiato fuori da un bar cittadino. Vittima dell'aggressione avvenuta tre giorni fa è stato l'ex assessore all'Urbanistica Severo Martini, di recente passato dalle file di Forza Italia a quelle della Lega di Matteo Salvini. «Un pover'uomo caduto in disgrazia. Ha perso il controllo», è quanto riferisce proprio Martini che, ieri, è stato raggiunto telefonicamente: «Non intendo sporgere denuncia». Diverso il racconto fatto da alcuni testimoni dell'episodio, avvenuto proprio fuori dallo storico bar La Cotognata Leccese e alla presenza di clienti e personale del locale: «Devi restituirmi 20mila euro», gli avrebbe detto questo noto imprenditore della città, attivo nel settore automobilistico, prima di colpire Martini in pieno volto. L'uomo avrebbe poi incalzato l'ex assessore all'Urbanistica per ottenere la restituzione di quel denaro che, a suo dire, gli avrebbe prestato tempo addietro. L'esponente della Lega, a quel punto, lo avrebbe rassicurato che «piano piano» il debito sarebbe stato onorato.
«Solo menzogne, vergognose menzogne», assicura Martini. «Si è trattato di uno scontro, è vero - spiega - ma soltanto perché l'imprenditore è in difficoltà e in certe situazioni si perde il controllo». Nessuna denuncia, quindi: «In serata, poi, è venuto da me a scusarsi».
La notizia, però, nel frattempo ha fatto il giro della città, fino ad arrivare nelle sedi di partito, nei palazzi istituzionali e fra i colleghi di quell'imprenditore. Il giorno dopo, infatti, Antonio Fanghella - già noto alle cronache per la vicenda delle casine dell'acqua, oggetto, anni fa, di un'indagine della magistratura che coinvolse anche alcuni amministratori locali scriveva su Facebook di «un noto ex assessore di centrodestra», che «ha ricevuto due sonori ceffoni in volto da un altrettanto noto imprenditore leccese». Perché? E perché, per ottenere la restituzione del presunto prestito, si sarebbe arrivati fino allo scontro fisico e non si sarebbero seguiti invece i normali canali di recupero crediti? «Ho letto questi post su Facebook - prosegue Martini - e si tratta di persone che ce l'hanno con me e cercano in tutti i modi di mettermi in difficoltà». Come avvenne - lo ricordiamo - anche nel 2017 secondo l'ex assessore, quando in una lettera inviata a diversi consiglieri comunali, un altro imprenditore rendeva nota la presunta esistenza di un vero e proprio tariffario per comprare l'edificabilità dei suoli inseriti nel redigendo Piano urbanistico generale. «Abbiamo visto quella lettera in commissione a dicembre -disse all'epoca l'allora assessore -. E racconta una storia incredibile. La firma, ricordo, non era nemmeno particolarmente leggibile. È fuori dal mondo».
La missiva, però, fu acquisita dal procuratore capo Leonardo Leone de Castris, e dall'aggiunto Elsa Valeria Mignone, titolari di un'indagine ancora in corso tesa a capire se e come lo sviluppo urbanistico di Lecce sia stato messo in vendita. L'imprenditore firmatario della lettera riferiva che in una stanza dell'assessorato di viale Marche funzionari e amministratori pubblici ricevevano mazzette a quattro zeri, pagate in due diverse tranche, per trasformare suoli agricoli in edificatori. La prima tranche veniva pagata al momento dell'accordo, suggellato dalla foto delle tavole relative ai terreni agricoli che sarebbero divenuti edificabili. La seconda, più consistente, una volta che il Pug fosse stato approvato. Cosa che, però, non è mai avvenuta. Con le elezioni amministrative del 2017, infatti, il timone dell'assessorato è passato in altre mani e il Piano urbanistico è stato congelato. L'inchiesta a tutto campo della Procura, del resto, è ancora in piedi e sul presunto giro d'affari e di corruttele denunciato da quell'imprenditore non è ancora stata fatta piena luce. La città attende.
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