Il Comune nega i fuochi a S.Gaetano: esposto del parroco al prefetto

Il Comune nega i fuochi a S.Gaetano: esposto del parroco al prefetto
di Matteo CAIONE
3 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Ottobre 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 13:40
Il Comune nega l’autorizzazione per i fuochi d’artificio. Il parroco insorge e annuncia un esposto al prefetto. Niente spettacolo pirotecnico, sabato scorso, in occasione della festa di san Gaetano, titolare dell’omonima confraternita legata alla parrocchia Ausiliatrice di Monteroni. L’Ufficio tecnico comunale ha detto no per motivi di sicurezza. E l’abituale “bengalata”, in programma in piazza Candido al termine della processione, è stata quindi annullata. A stretto giro, però, il padre spirituale don Giorgio Pastore ha sollevato il caso. E ha espresso tutto il suo disappunto prima dall’altare e poi dalle pagine di Facebook.
«È accaduta una cosa strana: per i festeggiamenti religiosi in onore di San Gaetano, come ogni anno, avevamo previsto il solito spettacolo pirotecnico. Sabato, alle 16, vengo però informato - spiega il parroco - che il dirigente comunale ha negato l’autorizzazione. Ora mi chiedo come mai domenica scorsa in piazza Falconieri è stato dato il permesso e a distanza di pochi giorni è stato invece negato? Esistono santi di serie A e di serie B?», tuona don Pastore. 
Il riferimento, come ha poi chiarito al termine delle messe, è alle feste più recenti: quella del Crocifisso che si è svolta la domenica precedente con i consueti fuochi d’artificio esplosi, in quell’occasione, nel cuore del centro storico. E a quella dei Santi Medici di una ventina di giorni fa. Permesso rigettato invece per la ricorrenza di San Gaetano: l’accensione dei fuochi era prevista, come accaduto negli ultimi anni, nell’area delle sale parrocchiali di piazza Candido.
Nelle motivazioni del diniego, gli uffici comunali preposti parlano di “una zona in pieno centro e ad alta intensità edificatoria, totalmente interclusa da altri edifici, sprovvista di idonei e liberi accessi” in grado di consentire “il pronto intervento in caso di incidente”. E, inoltre, che nella “zona di sicurezza del diametro di 40 metri - sostengono i tecnici di Palazzo di Città - sono presenti numerose costruzioni a distanza non sufficiente per non subire eventuali danni”. Nella stessa area, quindi, “non è poi possibile la sosta di un’aliquota di personale preposto al soccorso pubblico”, evidenziano i vertici dell’Ufficio tecnico. Uno stop per ragioni di sicurezza che non si era mai verificato in precedenza e che rischia di trasformarsi in un “incidente diplomatico” tra Chiesa e Comune. «Nessuno dei tecnici comunali - afferma don Giorgio - ha svolto un sopralluogo. E siamo profondamente rammaricati per quello che è successo. In ogni caso, ben venga il pieno rispetto delle normative, a patto che valgano per tutti e senza discriminazioni. A nostro avviso, la comunità parrocchiale ha subito un’ingiustizia. E tramite un legale inoltreremo un esposto al prefetto perché sia fatta chiarezza»”. C’è tuttavia un precedente che, quasi certamente, ha fatto inasprire i controlli sulla sicurezza. Si tratta dell’episodio accaduto nel gennaio scorso, quando una bimba di 6 anni rimase ustionata dopo essere stata colpita da una favilla incandescente durante la batteria di fuochi per l’accensione della focara. «Solo pochi giorni fa, però, i consueti spettacoli pirotecnici, che da sempre chiudono i riti religiosi, sono stati normalmente autorizzati - riflette il parroco - e si sono svolti finanche in pieno centro storico: ecco perché la decisione del Comune ci lascia esterrefatti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA