È iniziato con una richiesta di ricusazione questa mattina a Lecce il processo d'appello per l'ex giudice Michele Nardi condannato dal Tribunale di Lecce a 16 anni e 9 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari per aver garantito esiti processuali favorevoli in più vicende giudiziarie e tributarie in favore di imprenditori coinvolti nelle indagini della Procura di Trani in cambio di ingenti somme di denaro, di gioielli e varie utilità.
La richiesta
All'inizio del processo ha preso la parola lo stesso ex gip Nardi che ha detto di aver depositato la richiesta di ricusazione del presidente della sezione della Corte d'appello dinanzi alla quale si celebra il processo, Vincenzo Scardia, istanza sulla quale deciderà un'altra sezione della Corte d'appello.
Tra queste la competenza territoriale che si vorrebbe far spostare a Potenza perché il procedimento è collegato - secondo la difesa - alle funzioni di Carlo Maria Capristo, l'ex procuratore di Trani e di Taranto, indagato nel capoluogo lucano. Il processo è stato aggiornato al prossimo 1 aprile. Oltre a Nardi il Tribunale ha condannato in primo grado a 9 anni e 7 mesi di reclusione l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, ritenuto complice dell'ex pm tranese Antonio Savasta (condannato in primo grado con rito abbreviato in un processo-stralcio a 10 anni); 6 anni e 4 mesi sono stati inflitti all'avvocatessa barese Simona Cuomo; 5 anni e 6 mesi a Gianluigi Patruno; 4 anni e tre mesi a Savino Zagaria, cognato di Savasta.