«La scuola non ha attivato nessun intervento di recupero». E il Tar dà ragione a uno studente bocciato. Dopo le numerose sentenze con le quali, nelle scorse settimane, i giudici amministrativi di Lecce hanno respinto i ricorsi presentati da genitori in disaccordo con le bocciature dei figli, arriva una decisione a favore di un alunno.
Il provvedimento della scuola
Al centro della vicenda c'è il provvedimento con il quale il liceo classico Virgilio-Redi di Lecce ha decretato prima la sospensione del giudizio e poi la bocciatura per uno studente di terza.
La scuola, si legge nell'ordinanza firmata dal presidente Antonella Mangia e dall'estensore Nino Dello Preite, dopo la sospensione ha posto alla base dell'intervento di recupero l'intero programma dei tre anni, mentre per legge la valutazione deve essere riferita a ciascun anno scolastico. Inoltre, non sarebbe stato attivato alcun intervento di recupero per le materie contestate e alle prove di esame l'alunno ha nuovamente riportato una votazione gravemente insufficiente in entrambe le discipline. «Il minore - afferma il provvedimento del Tar - pur riconosciuto dalla stessa amministrazione in grado di recuperare le carenze scolastiche mediante la messa in funzione di specifici interventi di recupero, non è stato concretamente messo nelle condizioni di fruire di tale possibilità».
Da qui la decisione di sospendere l'efficacia dei provvedimenti di sospensione del giudizio e di bocciatura e di ordinare alla scuola di attivare un corso di recupero per le due materie e solo per il programma del terzo anno. Dopo il corso, lo studente potrà sostenere l'esame per Latino e Greco e, quindi, dare prova di aver recuperato le lacune che gli avevano impedito di essere promosso al quarto anno. Intanto, per il 23 febbraio del prossimo anno è stata fissata l'udienza per la discussione nel merito del ricorso. Al termine di una lunga serie di sentenze a favore delle scuole, dunque, ne arriva una che riconosce le ragioni dei genitori.
Nelle scorse settimane, il Tar di Lecce è stato chiamato a decidere su numerosi ricorsi presentati contro bocciature negli istituti superiori, dando sempre ragione agli istituti. C'era chi contestava che le insufficienze riportate in alcune materie non fossero così gravi da determinare la bocciatura, chi sosteneva che le verifiche erano ritenute troppo lontana l'una dall'altra, con la conseguenza che l'alunno aveva dovuto prepararsi su porzioni più ampie del programma. In un caso era stato richiesto all'istituto scolastico un risarcimento quantificabile tra i 100mila e i 700mila euro.
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