Prende a pugni il prof della figlia
Il sospetto: aggredito perché ritenuto gay

Prende a pugni il prof della figlia Il sospetto: aggredito perché ritenuto gay
di Maddalena Mongiò
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Domenica 24 Giugno 2018, 19:52 - Ultimo aggiornamento: 20:47
Non c’è pace nelle scuole salentine. Un altro episodio di aggressione commesso da un genitore, che ha preso a pugni un docente di sostegno, si è consumato nelle scorse settimane - ma si è avuta notizia solo ora - in una scuola del nord Salento. Da quell’episodio sono scaturite due inchieste: una della Procura dei minorenni, a seguito della denuncia presentata dal genitore in questione per presunti maltrattamenti ai danni della figlia diversamente abile; l’altra della Procura della Repubblica che si è attivata dopo la denuncia del docente per l’aggressione subita. Chi accusa e chi si difende, ma la questione pare vada oltre questo stretto confine. Dietro i fatti ci sarebbe un clima di omofobia. Questa la convinzione della scuola, anche se nessun genitore ha mai pubblicamente fatto illazioni o proferito offese per una presunta omosessualità del docente. A questa conclusione - cioè che dietro gli episodi di intolleranza ci sia una condotta omofoba - la scuola è giunta perché le rimostranze avanzate da un piccolo gruppo di genitori sarebbero apparse pretestuose e infondate, mentre il comportamento del docente avrebbe portato gli stessi genitori a ritenere che lo stesso sia omosessuale. Fatto che, ovviamente, in alcun caso può condizionare il giudizio sulla competenza e sulla capacità di svolgere l’attività di insegnante.
La scuola ha fatto subito quadrato a difesa del docente aggredito, al punto che la mattina dopo l’aggressione i genitori hanno trovato affisso sul cancello un cartello con un messaggio inequivocabile: «Vogliamo rispetto». L’aggressione è maturata dopo mesi in cui i genitori avevano manifestato dubbi e perplessità sulla capacità professionale del docente, dubbi e perplessità sfociati poi nella denuncia (successiva all’aggressione) alla Procura dei minorenni. Il docente, con alle spalle più di dieci anni di insegnamento, è fresco di nomina nel Salento essendo stato trasferito dal Nord proprio in quest’anno scolastico. Trasferito e scelto. Infatti, come prevede la legge 107 del 2015 (nota come “La buona scuola”), è stato trasferito e inserito nell’elenco dell’ambito territoriale e da lì è stato chiamato dalla scuola che ha apprezzato il suo curriculum.
Ma i problemi si sono manifestati quasi subito. A ottobre i genitori, in particolare il padre della bimba in questione, hanno cominciato a manifestare una generica insoddisfazione. Al rientro dalle vacanze natalizie la tensione è cresciuta sino a quando alle lagnanze dei genitori della bimba non si sono aggiunte quelle di altri cinque genitori. Perché? Secondo quanto riferito da questi genitori, i loro figli avrebbero raccontato di maltrattamenti a cui il docente avrebbe sottoposto la sua alunna. Alla fine il padre lo ha picchiato e lo sconcerto è dilagato tra gli insegnanti. Ma proprio quelle motivazioni, ovvero i presunti maltrattamenti subiti dall’alunna, sono apparse pretestuose, manifestate probabilmente con l’intenzione di “coprire” quello che nell’ambiente scolastico è ritenuto il vero motivo dell’aggressione, ovvero la presunta omosessualità del prof.
In ogni caso il docente è stato spostato in un’altra classe e alla bimba è stata assegnata un’altra insegnante di sostegno. Tutto questo con una ripercussione psicologica sul primo prof. Il quale - e questo ha alimentato il dubbio tra il personale della scuola - ogni volta che si è trovato al cospetto dell’alunna è stato salutato dalla stessa con evidente affetto e gioia. Se ci sono stati maltrattamenti, è il ragionamento fatto dai docenti, come mai la presunta vittima è contenta di incontrare il presunto aguzzino?
Adesso la parola è passata ai magistrati che stanno indagando, Certo, ancora una volta si rende evidente come il rapporto di fiducia tra scuola e famiglia è fortemente incrinato e come i pregiudizi possano causare danni anche gravi.
Il rimando è anche al recente caso denunciato da Quotidiano in cui un professore di una scuola media del Basso Salento è stato bullizzato dai suoi alunni per una presunta omosessualità e in questo caso non si tratta di un’ipotesi, ma di un dato di fatto messo nero su bianco dal docente che ha presentato ben due denunce ai carabinieri e diffidato, per mezzo del suo legale, il dirigente scolastico e il vicepreside che – secondo l’insegnante – non hanno fatto nulla per porre fine alle continue umiliazioni e aggressioni accompagnate dall’immancabile ritornello: «Ma è vero che sei gay?» Purtroppo il prof è caduto in una depressione profonda che lo ha portato anche a dover essere ricoverato per un mese, ma anche il docente di sostegno ha sofferto molto per le accuse che gli sono state mosse e per l’aggressione. e poi c’è il caso della docente di una scuola di Nardò finita in pronto soccorso dopo essere stata presa a pugni. Quando si metterà il punto agli eccessi?
 
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