Prove di alleanza: il bilancio primo test

Prove di alleanza: il bilancio primo test
di Paola ANCORA
2 Minuti di Lettura
Sabato 24 Febbraio 2018, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 12:50
«Chi ha impugnato la decisione della Commissione Elettorale Centrale con lo scopo esclusivo di impedire la governabilità ricorrendo al tentativo dello scioglimento del consiglio comunale, deve prendere atto di una fallimento di strategia politica». Con queste parole il sindaco Carlo Salvemini ha commentato l'esito della riunione del centrodestra convocata ieri a Palazzo Carafa per rassegnare le dimissioni e tentare la spallata all'amministrazione. Impresa fallita perché, all'appello, è mancata la firma di Paola Gigante, consigliera di Grande Lecce, in vacanza in Thailandia.
Salvemini non ha perso l'occasione di evidenziare che «dopo il dibattito in Aula che ha messo evidentemente a nudo le diversità di posizioni all'interno delle forze politiche presenti in Consiglio, si è comunque voluto organizzare un'iniziativa simbolica davanti al segretario generale, pur consapevoli di non avere i numeri per la presentazioni delle dimissioni contestuali dei 17 consiglieri eletti. Facendosi scudo di un'assenza annunciata per poter nascondere le proprie differenti posizioni. Tenendo sulla corda uffici della prefettura, ministero dell'Interno, Quirinale al fine di garantire tutti gli adempimenti eventuali per giungere alla firma del presidente Mattarella entro il 24 febbraio».
«Il centrodestra resta una forza che si oppone e si opporrà alla politica del sindaco della città Salvemini hanno aggiunto. A voler ribadire - ha proseguito il sindaco - che l'unica idea di confronto che immaginano è quello di un primo cittadino chiamato ad attuare il loro programma. In base a un'idea originale secondo la quale i leccesi al primo turno hanno scelto il programma del centrodestra, e al ballottaggio chi fosse il più adeguato a darvi attuazione. Personalmente mi sento impegnato a verificare a partire da domani se la governabilità voluta dai leccesi può essere garantita dalla rappresentatività sancita dal Consiglio di Stato. È questo il compito di un Sindaco che si trova a farei conti con gli effetti indesiderati della cosiddetta anatra zoppa. Lo farò in occasione del bilancio di previsione, entro il mese di marzo. C'è chi lo chiama inciucio, per evocare accordi inconfessabili, spartizioni clientelari, accordi di potere da siglare dietro porte chiuse. Io - ha concluso Salvemini - la chiamo politica: confronto e mediazioni con tutti, senza pregiudizi, sulle scelte per la città, alla luce del sole, dentro l'aula consiliare, davanti ai leccesi partendo da una proposta programmatica che non può essere cancellata, ma migliorata e arricchita semmai. Se verificherò nel confronto e nella discussione che il centrodestra vuole solo opporsi, a prescindere da ogni proposta, e non intende condividere alcun impegno per il governo di Lecce fino al 2022 mi dimetterò. Andiamo avanti, fin dove saremo capaci».
© RIPRODUZIONE RISERVATA