"Porta a porta fallimentare": Codacons pronto a chiedere i danni al Comune

Bidoncini della differenziata
Bidoncini della differenziata
di Paola ANCORA
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Martedì 14 Giugno 2016, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 14:11
«Il Comune è inadempiente. Valuteremo se fare causa per chiedere il risarcimento dei danni». Perché se non è un vero e proprio fallimento, poco ci manca. Giudizio tranchant, quello sul “porta a porta” firmato dal Codacons, che in una lunga nota ricorda come il Codice del consumo riconosca «a tutti i cittadini il diritto ad avere un servizio, anche pubblico, efficiente e di qualità». Caratteristiche che, spiega il responsabile dell’associazione dei consumatori Piero Mongelli, mancano del tutto al “porta a porta” effettuato in città.

Da qui lo studio avviato dagli uffici dell’associazione «per capire se e quali strade percorrere per un’eventuale azione giudiziaria. A circa un anno dall’avvio della raccolta differenziata spinta - dice Mongelli - si può, senza timore di smentita, giungere alla conclusione che il servizio non rispecchi minimamente né la qualità né l’efficienza. Un (dis)servizio che i cittadini di Lecce stanno pagando profumatamente e pagheranno anche più salato, visto l’aumento dell’8% della Tari deciso dal Comune».

«Tra responsabilità maggiori date ai condòmini ed amministratori di condominio - insiste Mongelli - spazi dove posizionare i carrellati inesistenti, collocazione dei carrellati lungo la pubblica via o in spazi interni non destinati all’uso, nuovi livelli di sanzioni, furti di kit di differenziata con conseguente enorme disagio per i cittadini, aiuole riempite di buste della spazzatura depositate lì da qualche incivile, blocco del servizio nella zona centrale della città con conseguente riversamento nei pochi cassonetti stradali presenti di quantità enorme di nettezza urbana proveniente da altre parti della città, il bilancio è assolutamente fallimentare».
E il paradigma di tale fallimento, per il Codacons, «è quanto sta avvenendo nella zona centrale della città, dove a seconda della via in cui si abita il servizio di raccolta differenziata è partito o no, con una situazione a macchia di leopardo che giunge all’assurdo che - spiega Mongelli - in uno stesso condominio con più scale su più vie si svolge contestualmente sia la raccolta differenziata spinta che quella con conferimento stradale, o condomìni in cui sono stati consegnati i carrellati da parecchio tempo, ma per i quali il servizio ancora non parte e non si sa quando partirà».

Ancora. «Incomprensibile» per i consumatori, «la scelta dei carrellati condominiali, l’orario di conferimento rispetto all’inizio del servizio di raccolta distribuito per zona, non si comprende perché si sia optato per kit che poi vengono quasi sistematicamente rubati da chi, per esempio, non è in regola con i pagamenti della tassa. E questo sistema peraltro - aggiunge Mongelli - non consente di attribuire con certezza la spazzatura a una determinata utenza. Quindi le sanzioni sono comminate a livello condominiale e non individuale, con ulteriori aggravi di costi anche per chi la differenziata la fa con scrupolo e senza che la sanzione abbia un valido effetto deterrente per chi la differenziata non la fa proprio o la fa male per scelta o incapacità».

L’alternativa indicata dal Codacons è virare sull’utilizzo di «buste di ottima qualità, con codice a barre identificativo e personale che consenta un più efficace riconoscimento del cittadino conferente, collegando il pagamento della tariffa all’effettivo grado di spazzatura prodotta, come vuole la normativa nazionale, così da evitare inoltre il furto dei kit e l’obbligatorio utilizzo di carrellati condominiali dove non vi sono spazi per collocarli. Non si comprende perché non organizzare il conferimento e la raccolta in orari tali - conclude - da determinare la presenza della spazzatura in strada solo per un periodo limitato, per esempio un’ora, o, in alternativa, organizzare una raccolta notturna».
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