Salento, scoperto in una grotta dopo decenni un crostaceo ritenuto estinto: ecco dove

Protagonisti del rinvenimento sono stati i referenti del Laboratorio Ipogeo Salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo”

Salento, scoperto in una grotta dopo decenni un crostaceo ritenuto estinto: ecco dove
di Donato NUZZACI
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 14:51 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 12:43

Scoperto un crostaceo ipogeo ritenuto estinto nelle grotte del Salento. Protagonisti del rinvenimento sono stati i referenti del Laboratorio Ipogeo Salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo” di Nardò che hanno lavorato per alcuni mesi in collaborazione con i componenti del Gruppo Speleologico di Tricase riuscendo a catturare nell’acqua di falda di una voragine un esemplare di “Metaingolfiella mirabilis”.

La ricerca continuava dal giugno del 1967 quando durante una ispezione ad una pompa di emungimento di un pozzo profondo 50 metri situato in agro di Veglie, vennero raccolti dal dottor Carriero dell’Istituto di igiene dell’Università di Bari, alcuni esemplari di uno strano crostaceo che Carriero fece recapitare a Sandro Ruffo, esperto mondiale di fauna ipogea.

Il professor Ruffo - raccontano Emanuela Rossi del Laboratorio ipogeo salentino di biospeleologia e Antonio Cretì presidente del gruppo speleologico tricasino- «rimase stupito da questi esemplari descrivendoli come “straordinari Anfipodi” e iniziando così il loro studio approfondito che permise di creare, date le eccezionali caratteristiche, non solo una nuova specie ed un nuovo genere (Metaingolfiella mirabilis) ma addirittura una nuova famiglia, quella delle Metaingolfiellidae».

Il rinvenimento

Dopo questo straordinario rinvenimento del 1967, la Metaingolfiella - definita da Ruffo “una specie di dinosauro degli Anfipodi” -, non è stata più vista o catturata tanto che qualche studioso ne ha ipotizzato la possibile estinzione. Nell’inverno 2013, durante alcune ricerche biospeleologiche in una grotta in agro di Nardò, gli esperti del Laboratorio la fotografarono non riuscendo però a prelevare nessun esemplare. In seguito, si tentò con varie esche e trappole la cattura, ma sempre senza successo.

Fino all’agosto dello scorso anno quando gli speleologi hanno osservato la Metaingolfiella in una grotta di Galatina e dopo vari tentativi sono riusciti a prelevare un esemplare con l’uso di uno speciale retino. «Questi crostacei presentano un corpo allungato e subcilindrico che misura da 1.5 e 1.8 cm. Non ne conosciamo l’ecologia ma il suo studio è aperto e intendiamo approfondire la conoscenza della sua biologia», spiegano gli scopritori odierni. «Gli animali perfettamente adattati all’ambiente ipogeo sono chiamati troglobi e presentano caratteristiche particolari come, ad esempio, mancanza di occhi e colore, antenne lunghe e setole con funzione tattile e sensoria. La Puglia è tra le più importanti regioni italiane ospitanti una ricca fauna ipogea: 46 specie con oltre il 50% di endemismi ossia animali che si trovano solo nel nostro territorio ed in nessuna altra parte del mondo».

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