Salento sotto la grandine
Negroamaro distrutto: l’agricoltura conta i danni

Salento sotto la grandine Negroamaro distrutto: l’agricoltura conta i danni
di Valentina PERRONE
4 Minuti di Lettura
Domenica 17 Giugno 2018, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 10:26

Vigneti devastati dal maltempo e nel Salento è già cominciata la conta dei danni. Due giorni da dimenticare: bombe d’acqua e grandine che si sono abbattuti in particolare nel nord Salento: a pagarne le conseguenze il settore agricolo, alla continua mercé del clima e dei suoi mutamenti. L’industria del vino, innanzitutto, che ne esce con le ossa rotte da questo fine settimana di metà giugno. Risultato: produzione di Negroamaro a rischio nella zona di Salice Salentino - l’epicentro del maltempo - ma danni gravi anche a Guagnano, a Copertino e negli altri centri dell’Arneo dove attorno ai vigneti si sviluppa gran parte dell’economia.
È lì, lungo il versante jonico, che in queste ore contadini e produttori stanno facendo i conti dopo le piogge intense e la grandine. E c’è già una prima stima nelle aree maggiormente colpite: perduto almeno il 30% della produzione, in alcune aree anche di più. Numeri da brivido in un periodo chiave per le produzioni vinicole.
La “fotografia”, d’altra parte, è impressionante. A Salice, soprattutto, come si diceva. Chicchi di ghiaccio grandi come prugne finiti violentemente sui grappoli in crescita nelle contrade “Pezza”, “Cona”, “Filippi” e al confine con l’agro di Veglie. Un destino, quindi, che sembra già scritto: mesi interi di sacrifici e lavoro che rischiano di annullarsi, mettendo in ginocchio gli addetti ai lavori in una terra che a quei vigneti deve la maggior parte del suo destino.
«La grandine ha colpito a zone – spiega il presidente della Cantina Cooperativa, Giovanni Ianne – provocando in alcuni punti un danno altissimo. Volendo fare delle previsioni, perderemo almno il 30% del raccolto complessivo, ma finché i terreni saranno colmi d’acqua e per questo non accessibili, non potremo avere riscontri certi in termini di danneggiamento del prodotto e di possibile perdita di raccolto».
 
Dal Comune fanno sapere «di aver avviato tutte le procedure necessarie per la verifica dei danni e l’eventuale richiesta dello stato di calamità naturale». E il sindaco Tonino Rosato aggiunge: «Da tempo la nostra agricoltura vive una situazione di crisi e potrebbe essere ulteriormente compromessa da questi eventi generando gravi ripercussioni per la futura campagna vitivinicola in una zona di pregio come la Doc Salice Salentino, sotto il profilo produttivo, economico e sociale. Ci impegneremo al fianco delle aziende produttrici affinché vengano attivati tutti gli aiuti possibili e avvieremo iniziative importanti per rilanciare il settore, da sempre trainante per l’economia locale».
Uno stillicidio, come si dice in questi casi. «Tutto ciò accade in una fase fenologica molto importante e delicata che è quella della chiusura del grappolo – spiega Daniele Casilli, produttore di Salice - gli acini ormai formati, colpiti dalla grandine, risultano completamente spaccati. Ancor peggio i grappoli colpiti sul peduncolo ancora morbido, che andranno completamente persi. A tutto ciò si aggiunge l’impossibilità di effettuare i trattamenti fitosanitari con mezzi meccanici necessari a limitare i danni, a causa delle condizioni dei terreni inaccessibili perché allagati».
Danni per grandine e pioggia, seppur in misura minore, anche a Guagnano che, insieme a quest’ultimo, costituisce un tassello prezioso della produzione del Negroamaro. Coinvolti, in particolar modo, i vigneti sulla via per Cellino San Marco e in zona cimitero, ma in porzioni più limitate. Vigneti colpiti anche a Copertino, in zona ospedale e lungo la via per Leverano.
Ma la conta dei danni in terra salentina non riguarda solo i vigneti. Il maltempo si è abbattuto violentemente anche nel basso Salento: a Casarano, Melissano e Alezio, ad esempio, compromesse le coltivazioni di ortaggi come pomodori, meloni gialli e angurie, fino a far temere gli addetti ai lavori anche per le coltivazioni di grano e orzo. Mezzo Salento in ginocchio e l’agricoltura che, dopo la Xylella, si lecca le ferite. Ci mancava solo la grandine a due mesi dalla vendemmia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA