Lecce, il sindaco si dimette e anticipa il centrodestra pronto a firmare per la sfiducia. Elezioni a maggio

Lecce, il sindaco si dimette e anticipa il centrodestra pronto a firmare per la sfiducia. Elezioni a maggio
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Lunedì 7 Gennaio 2019, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 19:12

Il sindaco di Lecce Carlo Salvemini ha rassegnato le dimissioni dopo l'approvazione della manovra. Dietro l'angolo le elezioni: il ritorno alle urne è per il 26 maggio.
La decisione è maturata in queste ore e la mossa del primo cittadino anticipa quella del centrodestra che aveva preparato le 17 firme per sfiduciarlo fissando un appuntamento con il notaio per il primo pomeriggio. E così è stato: alle 16 in conferenza stampa Salvemini ha annunciato le dimissioni e negli stessi minuti il centrodestra formalizzava le firme. Un atto, quest'ultimo, che dovrebbe tagliare la testa al toro in modo definitivo: quando le 17 firme saranno depositate verranno meno i 20 giorni che lo stesso Salvemini avrebbe avuto a disposizione per ripensarci. Risultato: si andrà dritti alle elezioni.
"Non ho ancora deciso per il mio futuro": queste le parole di Salvemini alla domanda se si ricandiderà come sindaco alle elezioni. E poi lui stesso, indicando il vicesindaco Alessandro Delli Noci, assessori e consiglieri che gli stavano accanto, ha aggiunto: "Questa è una squadra pronta a tornare in campo".

La manovra di salvataggio è stata approvata questa mattina con 15 voti favorevoli e 16 astenuti. Salvemini in aula ha ripercosso le tappe del suo mandato, soffermandosi sull'accordo con Prima Lecce  - il gruppo formato dai tre consiglieri del centrodestra che avevano stretto con lui il patto per la città - e spiegando le ragioni che lo avevano portato ad allargare la maggioranza nonostante l'anatra zoppa determinata dalla sentenza del Consiglio di Stato.

Sull'altro fronte, invece, il centrodestra che si è astenuto insieme con Prima Lecce, rispettando le previsioni della vigilia: un voto che ha riunito insieme i partiti di opposizione e la civica martiana di Antonio Finamore e di cui fanno parte anche le consigliere Calò e Paola Gigante.



 

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